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Francia bloccata: oltre un milione in piazza contro la riforma dell’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni

Sciopero generale in Francia oltre un milione di manifestanti hanno invaso moltissime piazza contro la riforma delle pensioni che prevede l’innalzamento da 62 a 64 anni di età. I sindacati avvertono che andranno avanti a oltranza

Un pomeriggio incandescente quello di ieri in Francia, i sindacati uniti, hanno organizzato quasi 300 manifestazioni in tutto il Paese con interi settori produttivi bloccati, proprio mentre alle 14.30 al Senato, si discuteva l’articolo più controverso della riforma delle pensioni, il numero 7, quello dell’innalzamento da 62 a 64 anni dell’età per lasciare il lavoro. Il dirigente sindacale Martinez ha avvertito che “un passaggio forzato da parte del governo non farà che accendere la miccia” e ha invitato i manifestanti a “passare alla velocità superiore” e a “generalizzare gli scioperi in molti luoghi”.

A Parigi, secondo la Cgt, erano in 700 mila, le Monde ha riportato che ci sono stati almeno 245 mila manifestanti a Marsiglia, 75 mila a Nantes, 53 mila a Grenoble, 50 mila a Saint-Ètienne, 45 mila a Le Havre, 30 mila a Clermont-Ferrand, 30 mila a Nizza, 25 mila a Lorient e 25 mila a Tolone. A conti fatti a scendere in piazza in tutta la Francia sono stati più di un milione di cittadini, che hanno bloccato interi settori di attività.

Per i sindacati il bilancio della sesta giornata di mobilitazione nazionale è un vero successo: lascia buone speranze che sul testo il governo faccia marcia indietro, con un appello a “non rimanere sordo”. Per il leader del sindacato CFDT, Laurent Berger, quella di ieri è una “mobilitazione storica”. Il corteo parigino è partito dal boulevard Raspail, nel quartiere latino, diretto a Montparnasse e poi a place de l’Italie. In testa, tutti i leader sindacali, dietro un grande striscione contro la riforma: “il 7 marzo blocchiamo tutto fino al ritiro”.

Sempre secondo i sindacati, questa sesta giornata di mobilitazione segna una “nuova fase” del movimento sociale. “Non dobbiamo rassegnarci, è possibile far arretrare il governo sui 64 anni”, ha lanciato il responsabile della CFDT Laurent Berger. “Sarà la giornata di mobilitazione più forte dall’inizio del conflitto”, ha commentato dal corteo il segretario generale della Cgt, Philippe Martinez. Infine i sindacati hanno confermato che lo sciopero potrà andare avanti a oltranza, ed hanno già convocato una settima giornata per sabato 11 marzo.