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Hunter figlio del presidente Usa Biden è stato incriminato per possesso illegale di armi

Hunter Biden, il figlio del presidente Usa, è stato incriminato con tre capi di imputazione tutti collegati al possesso illegale di una pistola, acquistata mentendo sul suo consumo di droga

Lo riferiscono i media Usa. Hunter dovrà rispondere anche di false dichiarazioni per aver nascosto il suo consumo di stupefacenti all’atto di acquistare una calibro 38. E’ un altro brutto colpo per la campagna per la rielezione Joe Biden, dopo la richiesta di impeachment dei Repubblicani, che rischia anche di vedere a processo il figlio, nel 2024, proprio mentre sarà in piena campagna elettorale.

 Hunter Biden, è stato incriminato a livello federale dal procuratore speciale per presunte dichiarazioni false e possesso illegale di armi.  L’accusa riguarda un acquisto di armi nel 2018, una Colt Cobra 38SPL: i pubblici ministeri sostengono che Hunter abbia mentito su un modulo federale sostenendo che in quel momento non usava droghe, mentre lui ha riconosciuto di essere stato, all’epoca, dipendente dal crack. I tre capi d’accusa sostengono che Hunter Biden abbia mentito consapevolmente sul suo uso di droghe.

Il procuratore speciale David Weiss, che ha avviato l’indagine su Hunter Biden come procuratore del Delaware durante l’amministrazione Trump, aveva fatto sapere nelle scorse settimane che intendeva chiedere un’incriminazione. A luglio, si era arenato il tentativo di patteggiamento con Weiss messo in campo dagli avvocati di Biden jr: Hunter si sarebbe dichiarato colpevole di due violazioni fiscali (non aver pagato le tasse nel 2017 e nel 2018) mentre ammetteva il possesso illegale di un’arma ma non si dichiarava effettivamente colpevole di quel reato.