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Il Mes, le balle di Conte, M5S spaccato, Salvini e Meloni furiosi: l’Italia farà la fine della Grecia?


L’accordo all’Eurogruppo è amaro per l’Italia: niente eurobond, sì al Mes senza condizioni all’inizio, ma dopo stati soggetti a coordinamento fiscale ed economico europeo. La Germania vince con l’Olanda, Conte non rispetta le promesse agli Italiani, ma rispetta quanto detto al Financial Times

L’Italia esce ammaccata dalla fine del secondo Eurogruppo in una settimana, seguito di quello durato ben 16 ore e fallito due giorni fa.

I ministri delle finanze europei hanno raggiunto un accordo su un pacchetto di misure per affrontare la crisi economica da coronavirus. Tutti ufficialmente esultano, o fanno finta di farlo, persino Giuseppe Conte, ma la realtà è ben diversa. La linea olandese e tedesca ha vinto su tutti i fronti: stabilita una condizionalità all’uso dei fondi del MES – Meccanismo Europeo di Stabilità a emergenza finita, soltanto in emergenza non c’è alcuna condizionalità per quanto riguarda la sanità. Inoltre nessun accordo sugli eurobond o coronabond è stato raggiunto.

A testimonianza di ciò bastano i tweet del ministro olandese Wopke Hoekstra:The ESM can provide financial help to countries without conditions for medical expenses. It will also available for economic support, but with conditions. That’s fair and reasonable. Per i non anglofoni: “Il MES può fornire assistenza finanziaria agli Stati senza condizioni per le spese mediche. Sarà anche disponibile per il sostegno economico, ma a condizioni. È giusto e ragionevole”.

Sugli Eurobond sono invece rimaste le distanze iniziali, Olanda e Germania non li volevano, infatti non sono stati disposti. Adesso dovranno essere i leader dei 27 paesi UE a riprendere il discorso nel consiglio europeo in video conferenza previsto la prossima settimana, ma le premesse giocano tutte a sfovore delle pretese italiane.

Premesse spiegate senza problemi proprio da Wopke Hoekstra per il quale la posizione dell’Eurogruppo sugli Eurobond è cristallina: “C’è una maggioranza contro gli eurobond. C’è una maggioranza contro la mutualizzazione del debito”.

“Il calcolo – ha spiegato il Ministro olandese in conferenza stampa alla fine dell’eurogruppo di ieri – è piuttosto semplice: nove Paesi hanno firmato un documento a favore degli eurobond. E’ relativamente facile fare i conti: ci sono 19 Stati membri dell’Eurogruppo e 27 membri dell’Ue”.

“Gli eurobond sono una cosa con la quale non sono d’accordo e con la quale non sarò mai d’accordo”, ha poi ribadito, perché “a mia convinzione profonda è che non solo siano ingiusti nei confronti del contribuente olandese, ma che alla fine sarebbero una cosa che aumenterebbe, anziché diminuire, i rischi per l’Unione Europea nel suo complesso”. Quello che è stato approvato nella notte dall’Eurogruppo “è un grande pacchetto: è una combinazione di solidarietà e di saggezza, va bene nel breve e nel lungo periodo e io come ministro olandese delle Finanze sono molto soddisfatto”.

Il MES: Cosa dice

Tornando poi al Mes: “il solo requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al Covid-19. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”.

Insomma, gli stati col MES potranno spendere per l’emergenza sanitaria senza condizioni ed a condizioni per l’economia, ma solo durante l’emergenza, dopo saranno soggetti al “coordinamento fiscale ed economico europeo nel quadro di sorveglianza europea”, per il rispetto delle regole del Patto di stabilità per ora solo sospeso, regole che contemplano anche la flessibilità. Va inotre detto, come ricordato dal senatore e giornalista Gianluigi Paragone che i debiti del MES sono “crediti privilegiati”, devono essere cioè preferiti rispetto ad altri quando dovranno essere soddisfatti e dunque pagati, anche rispetto ad eventuali titoli di Stato.

Le reazioni del Governo

Promesse che fanno rabbrividire, eppure c’è chi in Italia dà una chiave di lettura diversa. Parliamo ovviamente del Ministro dell’Economia del PD ed Europeista di ferro scelto non a caso, Roberto Gualtieri che questa mattina a UnoMattina ha dichiarato: “Un ottimo primo tempo, ora dobbiamo vincere la partita in Consiglio europeo”. Dicendo inoltre che la battaglia sugli eurobond è tutt’altro che finita anche attraverso il “Recovery Fund”, facendo capire che forse le dichiarazioni e i calcoli fatti dall’olandese Hoekstra sulla volontà dell’Eurogruppo lui non li ha sentiti.

Quanto al Mes, Gualtieri dice che “è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione”, anche se come abbiamo visto, le condizioni ci sono. 

Il M5S spaccato e furioso

Ma se Gualteri del PD fa i salti di gioia, il capo politico del M5S Vito Crimi ribadisce ai microfoni di Radio 1 quanto già affermato ieri notte: “Chiariamo bene una cosa: il Mes non è stato attivato. Chi lo dice fa male al Paese. E’ stata solo fatta una proposta”.  In ogni caso “noi non accettiamo il Mes perché le condizioni non ci sono ora ma ci saranno: il testo dice di no ma il Trattato dice di sì. Noi riteniamo il Mes uno strumento non idoneo ad affrontare la crisi: non adesso ma nel futuro. Certo potremmo avere un atteggiamento opportunistico, procediamo ora, poi un domani si vedrà: ma non lo faremo”.

Ma nel M5S quelle di Vito Crimi sono le parole meno pericolose per il Governo Conte, che a questo punto può sperare solo nell’emergenza Coronavirus per evitare la sfiducia.

Pino Cabras, deputato pentastellato ha dichiarato: “La proposta di accordo che è stata negoziata all’Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare”. Michele Giarrusso, esponente di spicco della vecchia guardia del Movimento: “Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto“. Parole che, stando alle voci, sintetizzerebbero la posizione di molti altri esponenti pentastellati agitati anche dalla base palesemente in fermento e che già si sta facendo sentire sul Blog delle Stelle.

Le “balle” di Giuseppe Conte

Mes no, Eurobond sicuramente sì“: così aveva detto Giuseppe Conte agli italiani e stamattina rilancia: “Io ho una sola parola: la mia. La mia posizione e quella del governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro paese”.

Belle parole, peccato siano state sbugiardate sia dai fatti – il MES c’è, gli Eurobond no -, sia dall’ex M5S Gianluigi Paragone, da gennaio senatore nel gruppo misto, che anche oggi ha ricordato e sbugiardato le posizioni di Giuseppe Conte.

Il Presidente del Consiglio lo scorso 20 Marzo 2020 aveva invocato l’utilizzo del MES e lo aveva fatto sul principale giornale finanziaro mondiale: il Financial Times, a cui aveva dichiarato che “Il Mes è stato realizzato pensando a un diverso tipo di crisi, quindi deve essere adattato alle nuove circostanze in modo da poter sfruttare tutta la sua potenza di fuoco”. Conte aveva poi continuato dicendo: “La strada da seguire è aprire linee di credito a tutti gli Stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia di Covid-19, a condizione di piena responsabilità da parte di ciascuno Stato membro sul modo in cui le risorse vengono spese”.

Stando a queste dichiarazioni quindi, il risultato dell’Eurogruppo non è poi troppo diverso da quanto Conte aveva dichiarato al Financial Times.

Le reazioni di Salvini e Meloni

Ma se anche in maggioranza l’accordo dell’Eurogruppo ha generato scossoni, sono Salvini e Meloni a lanciare le bordate più dure.

“Gualtieri ha firmato attivazione Mes, niente Eurobond e Italia sotto tutela. Hanno vinto i diktat di Germania e Olanda. Non permetteremo a nessuno di banchettare sulla nostra Nazione. Fratelli d’Italia farà di tutto in Parlamento per scongiurare questo atto di alto tradimento”, ha dichiarato Giorgia Meloni.

Durissimo anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Mes approvato, dittatura nel nome del virus”. “Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c’è il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro, sul lavoro e sul risparmio dei nostri figli”.

“Siamo fuori dalla legge, siamo alla dittatura nel nome del virus. Presenteremo mozione di sfiducia al ministro Gualtieri.
P.S.
Se il governo olandese festeggia, vuol dire che è una seconda Caporetto”, ha concluso Salvini.

Lo “spettro” della Grecia con la politica del Governo Conte

Nel suo intervento di stamattina il senatore ex 5Stelle Gianlugi Paragone ha duramente criticato il Governo Conte ed il M5S per aver ritrattato le proprie posizioni sull’Europa. Nel suo discorso antieuropeista Paragone ha anche agitato lo spettro della privatizzazione dei porti, come del resto fatto in Grecia.

Paragone ha ricordato la lettera della commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, che chiede all’Italia di far pagare alle autorità portuali le tasse sui canoni demaniali. Per la Vestager quella dei porti italiani è “una questione prioritaria – aveva sottolineato all’ANSA a Ottobre 2019  – perché i porti europei sono in competizione fra di loro. Una parte della loro attività riguarda il lavoro delle autorità portuali, ma molto spesso c’è anche un lato economico. E su questo stiamo lavorando con diversi Stati membri per essere sicuri che le due attività siano separate e che quindi non si competa nel modo sbagliato”.

Dunque secondo Paragone introducendo il meccanismo della tassazione dei porti voluta dall’Europa e che dato l’andazzo, verrà alla fine recepita dal Governo Conte magari sotto minaccia di procedura d’infrazione, porterà alla fine i porti italiani ad essere privatizzati per sopperire a tali bisogni economici. Uno scenario di perdita di sovranità, uno scenario che ricorda tanto la Grecia sotto la Troika.