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In Lombardia e Lazio vince il centrodestra ma è l’astensione la vera vincitrice di queste regionali

È chiara e netta la vittoria del centrodestra in queste regionali sia nel Lazio che in Lombardia, tanto che neppure la somma di tutte le opposizioni sarebbe bastata a sconfiggere la coalizione a guida FdI. Ma quello che fa riflettere è il dato dell’astensione davvero impressionante


La doppia affermazione del centrodestra, con la riconferma di Attilio Fontana (Lega) in Lombardia e di Francesco Rocca (FdI) in Lazio è netta ed a mettere in discussione questo risultato non sarebbe bastata neppure la somma aritmetica di tutte le variegate opposizioni.

In Lombardia secondo la V proiezione ‘Consorzio Opinio Italia per la Rai’ , la coalizione in sostegno del candidato presidente di centrodestra Attilio Fontana è al 55,4% mentre il candidato è al 53,9%. Pierfrancesco Majorino candidato di centrosinistra di PD e M5S è al 34,9% mentre la sua coalizione ha totalizzato un dato al di sotto, ovvero il 33,8%. Letizia Moratti sostenuta dal Terzo Polo è al 9,8% e la sua coalizione al 9,5% mentre la candidata di Unione Popolare Mara Ghidorzi è all’1,4% e il partito all’1,3%. La copertura del campione è del 72%.

Sempre secondo le proiezioni del Consorzio Opinio Italia, in Lombardia, Fratelli d’Italia è primo partito con il 26,3%, seguono il Partito Democratico con il 22,3%, la Lega con il 16%, Forza Italia con il 6,5%, la lista civica Fontana Presidente con il 5,4%, la lista civica Moratti Presidente con il 5,2%. Al 4,3% sia Azione-Italia Viva sia il Movimento Cinque Stelle, al 4,1% lista civica Majorino presidente. Alleanza Verdi e Sinistra è, invece, al 3,1%, Unione Popolare all’1,3% e Noi moderati-Rinascimento 1,2%. Qui, però, si può subito notare che la somma di Lega (che tiene molto bene) e di FI (che perde consensi) supera i consensi di FdI, che però si conferma primo partito.

Il Pd nonostante la sconfitta tiene e prende il 22,3%, migliorando il dato delle Politiche. I 5stelle confermano che la Lombarda non è casa loro e si fermano al 4,1%. Peggio fa il Terzo Polo che sia con la candidata presidente – la Moratti è sotto il 10% – che dcon le liste – 4,3% in due, tra Azione e Iv come il M5s – dimostrano che la loro proposta politica è stata fallimentare.

Ne Lazio, sempre secondo la V proiezione del ‘Consorzio Opinio Italia per Rai’, la coalizione in sostegno del candidato presidente di centrodestra Francesco Rocca è al 55,9% mentre il candidato è al 54,2%. Alessio D’Amato, candidato di centrosinistra è al 32,4% come la sua coalizione. La candidata del M5s Donatella Bianchi è all’11,6% mentre il Movimento è al 10,5%, infine la candidata di Unione Popolare Rosa Rinaldi è all’1% e il partito allo 0,6%.

Nelle liste, sempre in base alla V proiezione del Consorzio Opinio Italia, in Lazio, la situazione è simile. Fratelli d’Italia è primo partito con il 33,9%, seguono il Partito Democratico con il 19,9%, Forza Italia con il 9,3%, il Movimento Cinquestelle con l’9%, la Lega con il 7,9%, Azione -Italia Viva con il 4,9%. La lista civica D’Amato presidente è al 2,9%, Alleanza Verdi-Sinistra al 2,1%, Lista Civica Rocca Presidente al 2,1%, Polo Progressista Sinistra ecologista all’1,5%, Noi Moderati-Rinascimento all’1,4%.

Nel Lazio FdI, si conferma di gran lunga il primo partito con il 33,9%, e la somma di Lega e FI (17,2%) vale quasi meno della metà. Il Pd è sotto il 20% dei voti ma è comunque il secondo partito dopo FdI mentre il M5s non supera il muro del 10%. Come in Lombardia, anche qui, la somma di Azione-Iv non arriva neppure al 5%.

Ma ciò che in queste regionali fa impressione sono i dati sulla partecipazione al voto, che definire disastrosi non rende bene l’idea. L’affluenza definitiva per le regionali di febbraio 2023 in Lombardia e nel Lazio è stata del 40%. Nel 2018, quando si voto’ insieme alle politiche, ma nella sola giornata di domenica, fu del 70,63% e questo nonostante i seggi soni rimasti aperti anche il lunedì, dalle 7 alle 15, circostanza che non ha contribuito a riportare gli elettori alle urne.

Per questo appuntamenti elettorale di metà febbraio, a turno unico, hanno votato appena 4 elettori su 10. In Lombardia l’affluenza definitiva è stata del 41,67%, nel Lazio del 37,2%. Nel 2018, quando si voto’ insieme alle politiche (in un giorno solo), il dato definitivo fu rispettivamente del 73,81% e del 66,55%. Complessivamente nelle due regioni l’affluenza è scesa del 30,63%.

Roma è il capoluogo dove si è votato di meno: appena il 33,11%, meno di un elettore su 3. Il capoluogo più virtuoso è il comune di Brescia dove ha votato il 47,54%. L’affluenza nel Lazio rappresenta il record storico negativo. Finora per le regionali il dato più basso si era registrato in Emilia Romagna quando nel 2014 andò alle urne solo il 37,7% degli aventi diritto.