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Italia e Portogallo non daranno F-16 a Kiev: “Non possiamo inviare ciò che non abbiamo”

Nella coalizione pro F-16 all’Ucraina, prima ancora di iniziare arrivano le prime crepe, Italia e Portogallo avvertono gli alleati che non hanno aerei da inviare a Kiev, ma sono disponibili ad addestrare i piloti

Per l’Italia ha parlato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa al termine del Consiglio Esteri a Bruxelles. “Noi non abbiamo F-16 quindi non possiamo inviare in Ucraina aerei che non abbiamo. Io credo che tutte le questioni che riguardano decisioni di tipo militare o di azione per la difesa ucraina debbano essere prese insieme dalla Nato e dall’Unione europea. Saranno importanti le discussioni che ci saranno al Consiglio informale della Nato il 31 maggio e primo giugno poi il vertice di Vilnius, dove si affronteranno molte cose”.

Di uguale tenore le parole del ministro degli Esteri del Portogallo, che ha detto che il suo Paese non invierà all’Ucraina aerei da combattimento F-16, di cui la sua aeronautica – al contrario dell’Italia – dispone, ma si rende disponibile ad addestrare i piloti ucraini. Il ministro degli Esteri portoghese João Gomes Cravinho citato dal Diario de noticias, ha aggiunto che inviare gli F-16 di cui dispone l’aeronautica portoghese è una “questione che non è sul tavolo”, ha spiegato il ministro, perché “il Portogallo non ha un numero illimitato di aerei”. Ma sull’eventuale addestramento di piloti “il Portogallo è aperto a questa possibilità, abbiamo piloti e addestratori molto bravi e sono disponibili a lavorare con i colleghi di altri Paesi che possiedono F-16 per addestrare i piloti ucraini”, ha concluso il ministro.