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Lavoratori portuali mettono in ginocchio Il ministro Lamorgese “ritirate obbligo green pass o blocchiamo tutto”


I lavoratori che operano nel porto di Trieste alzano il tono dello scontro sull’obbligo del green pass e minacciano di bloccare le attività se il governo non ritirerà il provvedimento. Sulla stessa scia anche i portuali di Genova, Napoli, Palermo e degli altri porti di importanza strategica nazionale

Venerdì 15, i porti d’Italia potrebbero fermarsi e con essi gran parte dell’economia nazionale. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dal Viminale fa sapere con una circolare, che l’attività non si può fermare e corre ai ripari chiedendo alle aziende di provvedere alla fornitura di tamponi gratuiti. Gli operai però non ci stanno e chiedono che il governo ritiri il provvedimento e tolga l’obbligo del green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Ed è scontro.

Al momento però il Viminale, per scongiurare il rischio di compromissione dell’operatività nei porti o addirittura che i porti si possono fermare ha emanato una circolare diretta alle imprese del settore chiedendo “di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti”, precisando che gli operatori economici “potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell’acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti”.

Il comunicato dei lavoratori

Gli operai però non recedono, forse consapevoli dell’alto numero di addetti senza green pass, che nel solo porto di Trieste sarebbero il 40%,  inoltre quelli vaccinati, hanno fatto sapere che se i colleghi non in regola non potranno recarsi al lavoro, anche loro per solidarietà resteranno a casa. Una matassa difficile da sbrogliare per la Lamorgese e per l’intero governo, che stavolta appaiono con le spalle al muro. Difficile infatti pensare di bloccare i porti, che equivarrebbe a bloccare moltissime attività produttive, il tutto senza considerare il rischio emulazione da parte di altre categorie.

Chiaro e irremovibile infatti la richiesta dei lavoratori: “Dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, bloccherà le attività del porto di Trieste”, a cui aggiungono: “Siamo venuti a conoscenza che il governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del presidente Zeno D’Agostino le dimissioni. Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”.

Non resta che attendere la contro risposta della Lamorgese, che di certo non potrà prendere una decisione che sia di due pesi e due misure verso gli latri milioni di lavoratori.