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Le “Falsità” di Campione sull’impossibilità della risoluzione del contratto e… tanto altro


Marco Campione reagisce in modo scomposto e nervoso al voto dei sindaci sull’avvio della procedura di risoluzione del contratto tra la sua azienda e i Comuni dell’Ato idrico, la sua intervista rilsciata a “La Sicilia” è un mix di bugie e pressioni velate, atta ad instaurare paura tra i primi cittadini

La prima “grande bugia”, è quella sull’impossibilità di tornare alla gestione pubblica dell’acqua. “Se passasse la risoluzione, ci difenderemo nelle sedi opportune, ma va precisato che non solo Girgenti Acque rimarrebbe il gestore nella fase di transizione ma la convenzione non prevede la possibiità che si passi alla gestione pubblica”. Affermazione totalmente FALSA. Uno dei quesiti del referendun sull’acqua, era proprio sull’abolizione dell’esclusiva gestione da parte di soggetti privati, che ora può essere di qualsiasi tipo, ossia privata, pubblica o mista.

Va da se dunque, che se i sindaci dell’Ato, decidessero per come si auspica, di creare un consorzio intercomunale, lo potrebbero fare in osservanza delle norme vigenti.

Marco Campione, presidente della Girgenti Acque, aggiunge: “Bisognerà comunque affidare il servizio a privati tramite bando e la società, se ci saranno le condizioni, parteciperà alla gara”. Anche questo è falso, tranne nel passaggio, che se si decidesse di fare un bando pubblico – ipotesi remota – nessuno potrebbe impedire a Girgenti Acque di parteciparvi.

Fin qui il ritorno alla gestione pubblica. Poi arrivano quelle che appaiono come delle “pressioni velate”. La prima riguarda i 400 dipendenti, che in caso di risoluzione sarebbero licenziati e pertanto usati a mò di scudo. Ma qui bisogna fare della considerazioni, secondo le indagini della procura di Agrigento, molte di quelle assunzioni, – ricordiamo Girgenti Acque definito “assumificio” in più occasioni, soprattutto a seguito delle dichiarazioni del 2015 del Procuratore Fonzo – sarebbero state imposte alla società dai politici indagati e se questa ipotesi si confermasse anche solo in minima parte vera, vorrebbe dire che sarebbero assunzioni – quanto meno – non necessarie.

Ci sono società non italiane interessate ad entrare nel settore della fornitura del servizio idrico. Non appena si concretizzeranno alcune possibilità che, attualmente, sono in cantiere cederemo le nostre quote”. Anche questa messa così, sembrerebbe una pressione politica legata allo spauracchio di ritrovarsi una sorta di “barbari dominatori” in casa . La realtà è che, Girgenti Acque è indebitata fortemente con Sicilia Acque di cui i francesi di Veolia detengono quote societarie e quindi sono creditori. Una delle possiblità – quando Campione parla della cessione a società estere – potrebbe essere pertanto, quella di cedere quote azionare a Veolia.

Infine le inadempienze contestate dall’Ati al gestore idrico nell’avvio della procedura di risoluzione del contratto. Il presidente di Girgenti Acque Marco Campione eccepisce che nessuno prima d’ora gli ha mai mosso contestazione: “Ci notificheranno un lungo elenco di inadempienze che valuteremo, ma d oggi non esiste un’attività che ci è stata segnalata e che non abbiamo realizzato. La domanda è: se abbiamo commesso degli errori o delle inadempienze perché non mi sono state contestate dall’Ambito o dall’assemblea prima di oggi?”. … Quest’ultima affermazione, sulla scorta delle varie diffide, in primis quelle del sindaco di Sciacca Francesca Valenti, si commenta da sola.