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L’esercito russo si ritira anche da Lyman, Kadirov: “Degraderei il generale al comando in soldato semplice”

Furioso il leader ceceno verso il generale Alexander Lapin a capo delle forze sul fronte di Krasny Liman: “Se dipendesse da me, l’avrei mandato in prima linea con una mitragliatrice in mano a lavare la vergogna con il sangue”

Situazione aggiornata a ieri della confroffensiva ucraina.

“A causa della minaccia di essere circondate, le truppe alleate si sono ritirate da Krasny Lyman verso posizioni più vantaggiose. L’esercito ucraino sta subendo perdite considerevoli, ma continua ad avanzare”. A dirlo ieri sera, il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, che ha ufficializzato quella che è la situazione sul campo, onestamente poco positiva per il fronte russo.

Il ritiro delle truppe russe dalla città strategica di Lyman, nella regione di Donetsk, non è andato giù al leader ceceno Ramzan Kadyrov – le cui truppe non registrano alcuna sconfitta significativa – che ha scritto un durissimo messaggio su Telegram dove critica duramente le scelte del comando dell’esercito russo parlando addirittura di nepotismo e invitando Mosca a valutare l’uso di armi nucleari a basso potenziale in Ucraina.

“L’ho sempre detto: non c’è niente di meglio della verità espressa, anche se amara, offensiva, ma la verità. Questo è l’unico modo per andare avanti. Pertanto, non posso tacere su quanto accaduto a Krasny Liman. La difesa di questa sezione è stata guidata dal comandante del distretto militare centrale, il colonnello generale Alexander Lapin”, scrive Kadyrov, parlando del generale autore della “liberazione” di Lisichansk.

Per Kadyrov, Lapin ha schierato combattenti mobilitati dall’LPR e da altre unità su tutte le frontiere della direzione Liman, ma non ha fornito loro le comunicazioni ed il rifornimento di munizioni necessarie. Inoltre già due settimane fa a Kadyrov era stato comunicato che in quelle condizioni il fronte russo sarebbe potuto “diventare un facile bersaglio” e quindi il leader ceceno dice di aver “informato del pericolo” Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Federazione Russa.

“Ma il generale mi ha assicurato – scrive Kadyrov- che non aveva dubbi sul talento di leadership di Lapin e non credeva che una ritirata fosse possibile a Krasny Liman e dintorni. Una settimana dopo, Lapin trasferisce il suo quartier generale a Starobelsk, a cento chilometri dai suoi subordinati, mentre lui stesso siede a Lugansk. Come si possono gestire velocemente le unità, trovandosi a 150 km di distanza da esse? A causa della mancanza di una logistica militare elementare, oggi abbiamo lasciato diversi insediamenti e un ampio pezzo di territorio. Non è un peccato che Lapin sia mediocre. E il fatto che sia coperto ai vertici dai vertici di Stato Maggiore. Se avessi fatto a modo mio, avrei retrocesso Lapin al rango di soldato semplice, l’avrei privato dei suoi riconoscimenti e, con una mitragliatrice in mano, l’avrei mandato in prima linea a lavare la vergogna con il sangue. Il nepotismo dell’esercito non porterà al bene. Nell’esercito è necessario nominare persone di carattere forte, coraggiose, di principio, che si preoccupano dei loro combattenti, che si strappano i denti per il loro soldati, che sanno che un subordinato non può essere lasciato senza aiuto e sostegno. Non c’è posto per il nepotismo nell’esercito, soprattutto in tempi difficili”.

Poi Kadyrov si appella a Mosca: “Dobbiamo sfruttare ogni opportunità e ogni arma per difendere il nostro territorio. Donetsk è ancora oggetto di bombardamenti. I residenti dei 4 territori uniti vogliono essere protetti. A mio parere dovrebbero essere prese misure più drastiche, fino alla dichiarazione della legge marziale nelle zone di confine e l’uso di armi nucleari a basso potenziale”.