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Migranti. Salvini toglie poteri a Toninelli: “vara norma che vieta il transito e la sosta nel mare italiano alle Ong”


Salvini vara il decreto sicurezza-bis e in uno dei 12 articoli, toglie al ministero delle Infrastrutture di Toninelli, incardinandola a quello dell’Interno, la competenza “a limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica”

Dopo i due sbarchi di ieri, quello della nave della Marina militare italiana Cigala Fulgosi, che ha soccorso 36 migranti, a cui Salvini ha dovuto concedere l’ingresso in porto, con il premier Conte, che a tempo di record, temendo forse anche per le sorti del governo, è corso a mettere una pezza, riuscendo ad ottenere la disponibilità di diversi paesi europei per la loro redistribuzione e quello della Ong Mare Jonio, che ha recuperato da un gommone in avaria 30 migranti a poche miglia della costa della Libia e nonostante i divieti, è arrivata in Italia, venendo immediatamente sequestrata e con l’equipaggio indagato per immigrazione clandestina, di fatto questo decreto sicurezza-bis, va ad introdurre nuove norme che chiariscono in modo netto le competenze dei vari ministeri sugli sbarchi dei migranti. Una risposta dura agli attacchi del movimento cinque stelle, dal caso Siri in poi.

Il decreto sicurezza bis del Viminale, si compone di 12 articoli ed oltre alla riscrittura delle regole sugli sbarchi di clandestini, prevede norme per inasprire le sanzioni per chi aggredisce le forze dell’ordine e la “spazza clan” per smaltire l’arretrato nei tribunali.

Con l’articolo 2, che interviene sul Codice della Navigazione, Salvini limita le competenze del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli alle sole finalità di sicurezza della navigazione e di protezione dell’ambiente marino, inserendo il “divieto di transito e di sosta” di navi mercantili nel mare territoriale italiano, poteri ora di competenza del ministro dell’Interno, che “qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica”, potrà limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale.

Con l’articolo 1, si va a colpire economicamente le navi delle Ong. La nuova norma infatti prevede una sanzione da 3.500 a 5.500 euro per ogni straniero trasportato o, nei casi più gravi, la revoca della licenza, per chi, nello svolgimento di operazioni di soccorso in acque internazionali, non rispetta le istruzioni operative delle autorità Sar (ricerca e soccorso) competenti o di quelle dello Stato di bandiera.

L’articolo 3, modifica l’art. 51, comma 3-bis, c.p.p., estende ai reati associativi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anche nelle ipotesi non aggravate, sia la competenza delle procure distrettuali sia la disciplina delle intercettazioni preventive. La nuova norma di fatto consente di contrastare “a monte” l’organizzazione dei trasporti di stranieri irregolari.

Il decreto inoltre, stanzia 3 milioni di euro nel triennio 2019-2021 per finanziare l’impiego di poliziotti stranieri per lo svolgimento di operazioni sotto copertura, “anche con riferimento alle attività di contrasto del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.