Quando è arrivata cinque giorni fa a Lampedusa , le sue condizioni erano subito state considerate “gravi”, ed infatti non ce l’ha fatta.
A Recuperarla era stato un peschereccio di Porto Empedocle, durante una normale battuta di pesca.
La tartaruga Liuto, era un esemplare giovane di sesso femminile, della specie Dermochelys coriacea, la più grande tra le tartarughe marine e probabilmente veniva da mari lontani. Pesava circa 250 chili e misurava un metro e mezzo. Dunque aveva ancora molto da vivere e procreare.
Ieri, era stata portata a Palermo nei laboratori dell’ente di via Marinuzzi. Al “Centro di referenza nazionale sul benessere, monitoraggio e diagnostica delle malattie delle tartarughe marine”, dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, è stata effettuata l’autopsia, dalla quale è emerso che la Liuto, aveva oltre vent’anni ed era finita in una rete a strascico, che ha causato le mortali ferite. L’autopsia, sarà utile anche per arricchire le statistiche e per raccogliere tutti i dati possibili, allo scopo di conoscere il più possibile su quest’esemplare.
Questa particolare specie di tartarughe, la Dermochelys coriacea, è tra le più antiche attualmente esistenti ed è parente stretta dei dinosauri, contemporanea dei grandi rettili preistorici. Può arrivare a pesare da adulto anche 600 chili e vivere fino a 250 anni.
Il ritrovamento nel mediterraneo è un fatto abbastanza raro, di norma è una specie che vive negli oceani. Dallo stretto di Gibilterra , dopo aver raggiunto la maturità, va a vivere nell’Atlantico.