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Regionali. 48 candidati inadempienti “Autocertificazioni inesatte”: presentati ricorsi a Trapani, Agrigento e Messina


Ancora – l’ennesima – puntata relativa alle elezioni regionali. Tutti i candidati per essere ammessi alla corsa per uno dei 70 seggi disponibili all’Ars, avrebbero dovuto presentare la dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino, ma, a quanto pare, non tutti l’hanno fatto.

È quanto ha “scoperto” Giacomo Scala, candidato nella lista di Sicilia Futura a sostegno di Fabrizio Micari e non eletto, che ha acquisito i documenti dei concorrenti, scoprendo che la maggior parte non ha fatto riferimento alla legge Severino. Scala ha quindi presentato un’opposizione agli uffici elettorali, che se confermata dagli accertamenti, potrebbe diventare un problema che rischia di modificare e non di poco la composizione della nuova assemblea.

Infatti, quello che al momento è solo un’opposizione agli uffici elettorali, dopo la proclamazione degli eletti da parte delle Corti di Appello, potrebbe diventare un ricorso al Tar, emulando quanto già successo, nel 2014 in Basilicata, dove si è verificato un caso identico e il Consiglio di Stato estromise tutti i candidati che non avevano fatto quella dichiarazioni, ridisegnando il consiglio regionale. Il precedente quindi già esiste.

Ma vediamo in dettaglio la situazione. Il ricorso è partito da Trapani, dove pare, che in moltissimi non hanno depositato la dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino, ovvero quella in cui il candidato dichiara di non rientrare in un lungo elenco di cause ostative (tra cui la condanna per corruzione e concussione) e che è obbligatoria per chiunque voglia partecipare alle elezioni regionali.

In molti infatti – pur essendo obbligatoria – si sarebbero limitati a seguire i fac-simili della Regione in cui della legge Severino non c’è traccia. Scala, tramite il suo legale Fabio Sammartano, ha acquisito gli atti depositati dagli altri candidati in provincia di Trapani e, constatando diverse irregolarità, ha presentato opposizione all’ufficio centrale circoscrizionale di Trapani e a quello regionale di Palermo, chiedendo di annullare i voti dei candidati non in regola. Che, a Trapani, equivarrebbe a dire, quelli di quasi tutte le liste.

Se l’evento si verificasse, si creerebbe “l’effetto cascata”, che potrebbe trascinerebbe nel caos tutta la Sicilia.

Ed ecco le prospettive in numeri. A Trapani, su 60 candidati solo 12 sarebbero in regola, gli altri 48 risulterebbero inadempienti. Nel ricorso presentato dall’avvocato Sammartano si chiede oltre alla cancellazione di tutte le liste che hanno sostenuto la corsa alla presidenza di Nello Musumeci, del Movimento 5 Stelle e la lista Cento Passi, anche di procedere alla “non proclamazione degli eletti inadempienti e di annullare i voti ai candidati delle liste”.

A Trapani sono stati eletti sei deputati: Baldo Gucciardi, Mimmo Turano, Eleonora Lo Curto, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri e Stefano Pellegrino e l’unico ad aver presentato il modulo corretto sarebbe Gucciardi, l’ex assessore regionale alla Salute, candidato nelle fila del Pd.

La voce già si è sparsa e pare che nelle altre provincie, tra cui Messina ed Agrigento, alcuni candidati del collegio non eletti, sarebbero in procinto di presentare ricorsi uguali a quello di Trapani.

Va però fatta una considerazione tecnica, anche se si facessero tutti i controlli, ad essere esclusi, sarebbero solamente color che risultassero “non in regola” con la legge Severino e non tutti quelli che non hanno presentato l’autocertificazione.

Bene… non ci resta che attendere la prossima puntata, di quella che si preannuncia come una telenovela in salsa sicula.