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Sciacca. Maggioranza cede definitivamente: Cronache di un disastro annunciato


Ieri sera l’ultimo spettacolo di cattivo gusto politico, con il sindaco Valenti che imperterrita guida avanti la sua compagine politica ormai maleassortita e stanca, prendendo atto del fatto che Cinzia Deliberto non intende più sostenere questa esperienza politica

Ieri sera, durante la seduta di consiglio che si è protratta fino a tarda notte, è andato in scena l’imbarazzo della verità, che pur sembrando il titolo di un film di Paolo Virzì, per la maggioranza, – almeno per quelli che ancora conservano il senso della vergogna – deve essere sembrato una specie di incubo.

Durante la lunga discussione riguardante il nodo del ripiano del disavanzo di 1,5 di milioni di euro, la maggioranza ha infatti perso definitivamente un altro consigliere, Cinzia Deliberto, che è uscita dall’aula facendo calare i consiglieri di maggioranza da 13 a 12 e costringendo il sindaco ad ammettere la disfatta e chiedere la presenza in aula dell’opposizione per garantire il numero legale. La Deliberto è il secondo consigliere dopo Carmela Santangelo ad avere abbandonato la maggioranza dopo l’azzeramento che doveva essere la panacea di tutti i mali dell’esperienza amministrativa targata Francesca Valenti.

Oltre 4 ore di guerra in sala consiliare in cui l’apice sono stati gli interventi di Vincenzo Bonomo – durissimo contro la collega indipendente – e della stessa Cinzia Deliberto che ha voluto mettere in chiaro non solo la sua posizione, ma tutti quei fastidiosi retroscena che hanno dato luogo all’imbarazzo della verità.

Deliberto ha espresso chiaramente il suo fastidio nell’essere considerata un consigliere di maggioranza di “Serie B”, così poco considerata – o forse solo mal sopportata – che in una riunione di maggioranza del 1 dicembre lei non è stata neppure invitata.

Così, il consigliere non sentendosi né di maggioranza né di opposizione si pone una domanda fondamentale: ma dopo l’azzeramento, qual è la direzione politica dell’amministrazione? Una domanda che non trova risposte convincenti.

Così, dopo alcuni duri post sui social da parte di dirigenti del PD, Deliberto carica con furia proprio il partito democratico che a Sciacca probabilmente ha più anime e correnti che voti, e lo fa prendendo di mira quell’agnello sacrificale che è stato messo ad assessore, ovvero Mario Tulone.

Tulone, liquidato dalla Deliberto come un assessore dalle capacità politiche limitate, citando il problema randagismo, il caso LAV e la vicenda della pista di pattinaggio natalizia.

Importante la considerazione della Deliberto, che dimostrando di non volere andare all’opposizione specifica che lei non chiude la porta al dialogo con l’Amministrazione Valenti, ma precisa che si potrà collaborare quando cambieranno gli atteggiamenti politici della maggioranza.

Riassumendo, il sindaco ha ammesso di non avere la maggioranza – come noi di Fatti&Avvenimenti.it titoliamo ormai da mesi –  l‘opposizione è rimasta in aula astenendosi per non far mancare il numero legale, salvando la città anche in futuro – almeno teoricamente – sulle questioni tecniche, le scelte politiche da oggi in poi saranno ancora più apertamente un tiro al bersaglio.

Insomma, potremmo esprimere qualsiasi considerazione, ma sarebbe superflua e non possiamo fare altro che autocitarci dall’articolo dello scorso 1 dicembre: “Davanti alla giunta Valenti ci sono altri tre anni e mezzo di governo. Tre anni e mezzo probabilmente sicuri perché è evidente che il sindaco non si dimetterà mai e per nessun motivo, ma se l’idea è continuare in questo modo a governare per tre anni e mezzo, alla fine ci saranno crateri e macerie in giro per la città e difficilmente si potrà dire: “la colpa è dell’opposizione che non ci ha aiutato perché è irresponsabile”.”