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The Telegraph: “Per Mosca la conquista di aree significative di territorio ucraino sarà una vittoria”. Nato preoccupata

“Putin sta intensificando i suoi sforzi per recuperare il vantaggio militare, utilizzando le forti entrate petrolifere del paese per militarizzare l’economia russa, il che ha portato ad un aumento significativo della produzione di armi”

Lo scrive Con Coughlin, opinionista del quotidiano britannico The Telegraph, aggiungendo che “Putin ha anche autorizzato un aumento di 170.000 unità dell’esercito russo. Spera che ciò possa aiutare gli sforzi volti a conquistare obiettivi strategici chiave, come la città orientale di Avdiivka nella regione del Donbas, teatro dei recenti pesanti combattimenti tra le forze russe e ucraine”.

Secondo i media britannici Vladimir Putin sta vincendo la guerra in Ucraina. Lo stallo della controffensiva ucraina e l’arruolamento di altri uomini nell’esercito russo sono un pessimo segnale. La calorosa accoglienza che il presidente russo ha ricevuto in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi, oltre al successivo incontro a Mosca con il presidente iraniano Ebrahin Raisi, finanziatore delle azioni terroristiche del 7 ottobre di Hamas, dimostrano che il tentativo dell’Occidente di isolare la Russia dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina è miseramente fallito.

Lo sa bene il presidente americano Joe Biden, che ieri ha avvertito il Congresso: “Se Putin conquista l’Ucraina non si fermerà lì… non possiamo lasciare che vinca. Finirà per attaccare un alleato della Nato”. Ma il monito di Biden rivolto al Congresso americano per spronarlo ad approvare i fondi aggiuntivi per gli aiuti all’Ucraina, in realtà era indirizzato a tutti gli alleati del fronte Occidentale, sempre più stanco diviso e rassegnato, in cui percentuali sempre più importanti dell’opinione pubblica (in Italia ma anche nelle grandi università americane) si schierano con Hamas, dunque con l’Iran, dunque con la Russia.

Il fallimento della controffensiva ucraina, ormai assodata e certificata per ammissione dello stesso presidente Zelensky, spingono Putin ad affermare una narrazione efficace: qualsiasi risultato che non sia il ritorno alla situazione pre 2014 sarà una vittoria.

È questa la conclusione alla quale arriva l’editorialista di The Telegraph: “Qualsiasi conclusione che porti il Cremlino a conservare aree significative del territorio ucraino sarà salutata come una vittoria. Un simile risultato rappresenterebbe una sfida significativa per l’alleanza occidentale, poiché la sua capacità di resistere all’aggressione russa sarebbe messa in discussione dopo tutto il sostegno militare che ha dato all’Ucraina. Ciò incoraggerebbe anche Putin a credere di poter intraprendere ulteriori atti di aggressione sul fianco orientale della Nato, con la consapevolezza che l’Occidente non ha né le risorse né la determinazione per resistere alle mire espansionistiche del Cremlino”.

Con queste premesse, il 2024 per Putin si preannuncia brillante per vari motivi: pezzi non banali dell’Unione europea sostanzialmente sono dalla sua parte, ne è un esempio la posizione del premier ungherese Victor Orban; il prossimo anno si voterà in Russia con Putin che ha il controllo totale del Paese e le possibilità che non vinca sono pare a zero; inoltre nel 2024 si voterà anche negli Stati Uniti per le presidenziali e – secondo Con Coughlin – comunque vada a finire l’America né uscirà sfiancata.