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Von der Leyen promette più gas dagli Usa ma i produttori la gelano: l’export non salirà per motivi tecnici

Doccia gelata per Ursula von der Leyen, che due giorni fa ha promesso maggiori importazioni dagli Usa di shale gas, ma i produttori ieri hanno messo le cose in chiaro, almeno nel breve periodo non sono in grado di aumentare la produzione estrattiva

A riportare la notizia è il Financial Times, secondo cui le imprese statunitensi dello shale gas, il metano estratto – con procedimenti superinquinanti – hanno avvertito l’Unione europea, che i produttori nordamericani per quest’inverno non potranno garantire maggiori esportazioni di petrolio e gas verso il Vecchio continente per motivazioni tecniche.

In primis ci sarebbe la mancanza dei capitali disponibili necessari per attivare nuovi impianti e qualora si trovassero e fossero avviati i lavori di ampliamento, i tempi necessari a consentire un aumento della produzione sarebbero molto lunghi. Il secondo motivo è strategico, attualmente lo shale gas copre il 40% della produzione nazionale statunitense di metano e sta raggiungendo la quota delle attività estrattive off-shore, di fatto è il punto fondamentale sul quale da qualche anno Washington punta per garantirsi la totale autonomia energetica.

Con queste premesse, almeno nel breve periodo, l’Unione Europea non potrà fare affidamento su maggiori importazioni dagli Usa di shale gas e a Bruxelles la presidente, Ursula von der Leyen e i ministri dei vari Paesi, annunci propagandistici a parte, dovranno mettere in conto che per parecchio tempo non potranno sostituire il gas di Mosca con quello americano.

Come prevedibile, non appena la notizia si è diffusa i prezzi del gas sono schizzati in alto e ieri al mercato olandese Ttf la seduta è stata altalenante. I contratti “future” per consegne di metano a ottobre hanno chiuso in calo dell’1,65% a 214 euro/megawattora, ma in mattinata avevano segnato rialzi anche del 15% sino a 244. Ma queste sono oscillazioni d’impulso e per avere chiaro il quadro, bisognerà attendere le prossime settimane, quando si capirà se le promesse di Bruxelles rimarranno tali o se diventeranno realtà e in che tempi.