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3 Balordi per 2 volte ordinano pizze a domicilio e rapinano l’addetto alla consegna: arrestasti dalla Polizia


Una vicenda che ha dell’incredibile, tre giovani “balordi” hanno rapinato l’addetto alla consegna di una pizzeria che consegna a domicilio e poi tentano di ripetere il “colpo” il giorno dopo, ma ad attenderli questa volta hanno trovato i poliziotti delle volanti della Questura di Messina, che li hanno arrestati.

II 26 luglio, tre giovani attraverso una nota applicazione on line ordinano quattro pizze e altrettante bottiglie di coca cola in una pizzeria che fa le consegne a domicilio di Messina.
L’addetto alle consegne, arrivato all’indirizzo stabilito, bussa alla porta e si trova davanti quattro ragazzi stranieri uno dei quali, dopo essersi impossessato delle pizze e delle bibite, gli sferra un violento calcio all’addome.

Il malcapitato si accascia a terra, poi si rialza e fugge, venendo però inseguito dall’aggressore ed i suoi complici, che dopo un breve tratto di strada lo lasciano andare. Poteva finire li ed invece l’indomani e più precisamente la notte del 27 luglio, i tre ci riprovano: stessa ordinazione online da stessa utenza telefonica, medesimo luogo di consegna.

L’addetto alle consegne, fiutata la trappola però, chiede l’intervento delle volanti della polizia, che ponendosi a debita distanza, riuscivano a rintracciare e arrestare i quattro aggressori a bordo di una Ford Focus station Wagon di colore nero intestata ad un tedesco. Gli autori della rapina, che sono tre maggiorenni Rico Montalto, 23 anni, Ewric Nather, 19 anni, Meryem Trifellner, 22 anni e una minorenne tutti di nazionalità tedesca, venivano quindi riconosciute dalla vittima.

La successiva perquisizione sull’auto, portava alla scoperta ed al sequestro di tre coltelli, un’ascia, un seghetto, una sacca, due telefoni cellulari, un portafogli e due targhe abbinate ad autovettura italiana di proprietà di un messinese che contattato telefonicamente, si è dichiarato all’oscuro di quanto accaduto e ne disconosceva la paternità.

Con i gravi indizi di colpevolezza, suffragati anche dal riconoscimento da parte della vittima, i maggiorenni venivano condotti presso la Casa circondariale di Gazzi e la minorenne affidata ai servizi sociali del Comune di Messina.