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Alcuni Paesi Nato pronti ad inviare truppe in Ucraina e la guerra inevitabilmente si allergherebbe all’Europa

“Alcuni Paesi della Nato stanno valutando di schierare truppe sul terreno in Ucraina se l’Alleanza non fornirà a Kiev significative garanzie di sicurezza al vertice di Vilnius dell’11 e 12 luglio”

A dichiararlo al Guardian, è l’ex segretario generale della Nato Anders Rasmussen: “Se la Nato non concorderà un chiaro percorso per l’Ucraina, c’è la chiara possibilità che alcuni Paesi possano agire da soli. Sappiamo che la Polonia è molto impegnata nell’assistenza concreta all’Ucraina. E non escluderei che la Polonia s’impegni di più seguita dai baltici, magari con proprie truppe sul terreno”.

Dunque Polonia e i Paesi Baltici potrebbero intervenire, trascinando inevitabilmente tutta la Nato in un conflitto che non sarebbe più limitato al territorio ucraino, ma si allargherebbe almeno a quei paesi Europei che invieranno le truppe.

Dopo avere inviato armi di ogni genere e tipo, che bisogna ammetterlo, non hanno smosso la Russia, che anzi in risposta ha continuato a ridurre in macerie l’Ucraina, anche l’ultimo tabù, quello delle truppe, potrebbe essere infranto, aprendo scenari difficilmente immaginabili o forse prevedibilissimi.

La notizia non può essere presa come una boutade, perché a renderla nota non è una persona qualsiasi, ma l’ex segretario generale della Nato Anders Rasmussen, già consigliere ufficiale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è stato chiarissimo: “Penso che i polacchi prenderebbero seriamente in considerazione l’idea di mettere insieme una coalizione di volenterosi se l’Ucraina non ottenesse nulla a Vilnius”.

Occhi puntati dunque sulla capitale della Lituania, dove a luglio a Vilnius, si terrà il vertice della Nato con all’ordine del giorno l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ingresso che Zelensky vorrebbe immediato, ma che non sarà accordato in primis perché lo statuto vieta l’ingresso di una nazione nell’Alleanza mentre è in guerra e poi per il veto sicuro di alcuni Paesi tra cui Ungheria e Turchia.

Ma Rasmussen, forse conscio di questa realtà avverte: “Non dovremmo sottovalutare i sentimenti polacchi, i polacchi ritengono che per troppo tempo l’Europa occidentale non abbia prestato ascolto ai loro avvertimenti rispetto alle vere intenzioni russe” e per Rasmussen l’invio di truppe polacche sarebbe del tutto legale, anche se l’unità della Nato ne uscirebbe frantumata.

Per evitare questo scenario, quindi, sarebbe necessaria la definizione di un ingresso dell’Ucraina nella Nato non troppo avanti nel tempo, cosa che permetterebbe all’Alleanza atlantica di muoversi direttamente e diventare parte attiva del conflitto sul terreno per difendere un proprio membro.

Ed è proprio davanti a questa prospettiva che Ungheria, Turchia e non solo metteranno il veto, consapevoli che a quel punto la minaccia nucleare sul territorio Europeo, non sarebbe più un’opzione. Anche la Germania è preoccupata e ieri il cancelliere Olaf Scholz ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron per cercare di evitare mosse che risulterebbero gravi provocazioni per Mosca.

Ma Rasmussen, che ricordiamo è il consigliere ufficiale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, starebbe pretendendo “garanzie messe nero su bianco” per l’Ucraina prima del vertice di Vilnius, tra cui condivisione dell’intelligence, addestramento congiunto dei militari ucraini, maggiore produzione di munizioni e un massiccio incremento della fornitura di armi.

Ma solo queste garanzie per Rasmussen non sarebbero sufficienti ed ha aggiunto: “Non credo siano sufficienti queste garanzie di sicurezza, ho parlato con diversi leader dell’Europa centro-orientale e vorrebbero almeno un percorso chiaro per l’adesione dell’Ucraina alla Nato”, se non immediato a Vilinus almeno per l’appuntamento di Washington del 2024. E non ci dovrebbero essere neppure condizioni preliminari da imporre a Kiev, come non ci sono state per Svezia e Finlandia, avverte Rasmussen.

Uno scenario che non promette nulla di buono per l’Europa e forse per il mondo intero, Zelensky dopo un anno e mezzo di guerra, ha capito che nessuna arma dell’Occidente fermerà la Russia e quindi per salvarsi vuole trascinare la Nato nel conflitto diretto. Nessuno a questo punto può prevedere cosa accadrà, ma di una cosa si può essere certi, la Nato con questi presupposti pare destinata a sgretolarsi.