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Catania. Bufera sull’Asp: arrestati 6 medici, avrebbero attestato false certificazioni per pensioni invalidità


I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 medici specialisti con l’accusa di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale

Secondo il gip della Procura di Catania che ha firmato il provvedimento restrittivo, i sei medici specialisti con false certificazioni, avrebbero consentito la fruizione illegittima di indennità d’accompagnamento o pensioni d’invalidità. Nel procedimento le persone indagate sono complessivamente 21. Due di loro sono finiti in carcere, tre ai domiciliari e per uno è stato disposto il divieto ad esercitare la professione medica per un anno.

I reati contestati dall’accusa sono di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale, in conseguenza delle 104 false certificazioni firmate dai sei medici per fare ottenere pensioni di invalidità come previsto dalla Legge 104 a favore di soggetti che, però non ne avrebbero avuto diritto .

Questi i professionisti coinvolti

– Giuseppe Blancato ( del 1951), custodia cautelare in carcere;
– Antonino Rizzo ( del 1961), custodia cautelare in carcere;
– Sebastiano Pennisi ( del 1962) arresti domiciliari;
– Carmelo Zaffora ( del 19)59, arresti domiciliari;
– Filippo Emanuele Natalino Sambataro (del 1958) arresti domiciliari;
– Innocenza (detta Barbara) Rotundi ( del 1965), divieto di esercitare l’esercizio della professione medica per mesi dodici.

I soggetti destinatari della misura cautelare, medici generici e specialisti (Antonino Rizzo, reumatologo e medico di medicina generale e Giuseppe Blancato, medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne assolto) e alcuni di loro dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate (Carmelo Zaffora, psichiatra, direttore f.f. del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, dr. Sebastiano Pennisi, fisiatra, presso l’Asp di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e Sambataro Filippo Emanuele Natalino, cardiochirurgo presso la Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e Presidente del Consiglio Comunale di Paternò), sono stati sottoposti a indagini dall’ottobre 2018 al gennaio 2020, poiché hanno realizzato – come si legge nella nota dei carabinieri – “un articolato quanto fraudolento sistema criminale diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento e/o pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto”.

Le indagini avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’Inps di Catania, hanno evidenziato le figure del dr. Rizzo e dr Blancato i quali, nel seguire sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’Asp che dell’Inps di Catania, che avrebbero conseguentemente portato a molteplici benefici previsti dalla citata Legge, si avvalevano di una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania) che, in cambio di laute somme di denaro compilavano certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità.

Gli assistiti venivano indottrinati dai medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle riguardanti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’Asp di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’Inps di Catania.

Nell’insieme, l’impianto delinquenziale concepito da Blancato e Rizzo, fortificato dalle certificazioni falsificate degli specialisti compiacenti, ha permesso a quest’ultimi di assicurarsi importanti benefici economici, nell’ordine di migliaia di euro mensili e, conseguentemente, ai loro assistiti di ottenere importanti privilegi economici e lavorativi (pensioni privilegiate, esenzioni varie, benefici anche verso terzi congiunti ecc..). Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di complessivi 12 casi di falsi invalidi e di elementi di accusa nei confronti di 21 soggetti (assistiti e altri medici).