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Crisi Ucraina. Italia non sarà garante pace, Mosca: “Roma è di parte, fornisce a Kiev mine antiuomo”

Figura non molto edificante per il ruolo dell’Italia nel mondo: la Russia ha tagliato fuori Roma dal tavolo delle trattative ricordando come l’Italia si sia apertamente schierata con Kiev ed accusandola anche di voler solo ricevere vantaggi in politica estera

L’Italia non può essere un garante del processo di pace in Ucraina a causa della sua posizione di parte. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dall’agenzia Tass, rispondendo così alle dichirazioni della Premier italiana Giorgia Meloni sulla volontà di Roma di entrare nel processo diplomatico.

“Molti paesi dichiarano la loro disponibilità a partecipare alla risoluzione della crisi ucraina e alcuni ci offrono direttamente i loro servizi di mediazione. Ne hanno parlato papa Francesco, il presidente francese E. Macron, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e altri capi di Stato e di governo, politici e personaggi pubblici. Alcuni lo fanno sinceramente, altri perseguono i propri obiettivi egoistici, cercando di “incunearsi” nel processo negoziale per ricevere “dividendi” – vantaggi – in politica estera.

Tuttavia, è strano per noi ascoltare proposte di mediazione da paesi che, fin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva, non solo hanno sostenuto il sanguinario regime di Kiev, ma hanno anche fornito una significativa assistenza militare e tecnico-militare, pompando deliberatamente l’Ucraina con le armi più moderne. È noto che l’Italia, oltre ad una vasta gamma di armi e attrezzature militari, fornisce a Kiev mine antiuomo”.

Da notare che le mine antiuomo sono vietate dal diritto internazionale recentemente definite un “crimine contro l’umanità” anche dal Presidente della Repubblica Sergio Matterella, dunque le accuse di Mosca sono particolarmente gravi.

“Queste azioni irresponsabili non solo moltiplicano il numero delle vittime, anche tra la popolazione civile del Donbass, ritardano la fine del conflitto, ma sono anche tese a trascinare i paesi della NATO in uno scontro militare diretto con la Russia. Tuttavia gli sponsor occidentali di Kyiv, tra cui purtroppo l’Italia, non pensano nemmeno di fermarsi, anzi, stanno aumentando le forniture.

È ovvio che, data la posizione di parte assunta dall’Italia, non possiamo considerarla né un “onesto mediatore” né un possibile garante del processo di pace. Sarebbe meglio se gli pseudo-peacekeeper europei interrompessero il sostegno militare di Kiev e concentrassero i loro sforzi su un lavoro più fermo ed esigente con il presidente dell’Ucraina Zelensky, che ha ripetutamente espresso il suo totale rifiuto della soluzione pacifica del conflitto, e il 30 settembre 2022 ha firmato un decreto sul rifiuto di negoziare con il presidente della Russia Putin”.