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Diciotti e Inchiesta Patronaggio, ex CSM Mellini: “Magistratura pericolosa per la Repubblica”


L’opinione arriva oggi da Mauro Mellini, noto avvocato romano, ex deputato dei Radicali, ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)

Caso Diciotti. Intervista all'ex consigliere del CSM Avv. Mauro Mellini: "Magistratura pericolo per la Repubblica"

Caso Diciotti. Intervista all'ex consigliere del CSM Avv. Mauro Mellini: "Magistratura pericolo per la Repubblica"

Gepostet von FattieAvvenimenti SciaccaeProvincia am Freitag, 31. August 2018

E’ un’intervista a tutto spiano quella che l’avv. Mauro Mellini, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha voluto rilasciare nel pomeriggio di ieri a Fatti&Avvenimenti.it sul caso dei migranti della Diciotti e sull’inchiesta del Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che il 91enne avvocato dalla grande esperienza in tema di questioni legate alla magistratura, non esita a definire una prevaricazione dell’autorità giudiziaria sulla politica.

“Fate bene attenzione – dice infatti Mellini – : se qualcuno bussa alla porta della vostra casa e chiede ospitalità e voi non gli spalancate la porta e quello rimane lì e non se ne va, la procura di Agrigento, che non badando molto alla trascurabile questione per la competenza per territorio, potrebbe accusarci di sequestro di persona.”

Per Mellini infatti: “Doppio è l’abuso che la Procura di Agrigento ha fatto dei suoi poteri.

In primo luogo è intervenuta a gamba tesa (ma avendo cura di farlo quando la questione dei migranti recuperati in mare dalla nave Diciotti della Guardia Costiera stava per raggiungere una soluzione) in una questione di esercizio dei poteri politici del governo e dei Ministri nella quale individuare gli estremi di reato in una presunta e pur eventualmente sussistente erroneità dell’indirizzo politico di tutti o qualcuno dei Ministri stessi e di per sé non solo una violazione di un fondamentale principio di separazione e di autonomia dei Poteri dello Stato: è addirittura superfluo sottolineare che l’autorizzazione allo sbarco in territorio italiano di stranieri privi di passaporto benchè salvati in mare, come quelli del caso in questione, è espressione di una scelta politica che, intanto, non può che implicare responsabilità di tutto il governo.

Ma a questo si aggiunge il ridicolo della formulazione di una ipotesi di reato di sequestro di persone o di arresti illegali nella condotta di mero rifiuto di far sbarcare in Italia quei migranti.

Far consistere il sequestro di persone o, a maggior ragione, il loro arresto illegale nel mero rifiuto di accoglierli nel territorio dello Stato e farne carico al Ministro responsabile dei servizi di vigilanza degli ingressi nel nostro Paese (e non “si noti” quello da cui dipende la Guardia Costiera ed i comandi delle navi tra cui la Diciotti) ed ipotizzare quindi un sequestro di persone “indiretto” di chi sta sulla nave in attesa di conveniente collocazione, significa o essere pericolosi ignoranti del diritto e spregiatori della razionalità, o pericolosi prevaricatori che del diritto e della razionalità se ne infischiano preoccupati solo di mostrarsi “superiori” ai poteri che spettano al governo e alle massime Istituzioni della Repubblica”.

Ma l’avvocato non risparmia neppure una tirata d’orecchie a Di Maio, contestando il suo: Salvini vada avanti, ma lasciamo perdere, non tocchiamo il PM”, soprattuto davanti alla nuova accusa al Ministro dell’Interno secondo l’articolo 289 ter del codice penale, chi vuole costringere “uno Stato, o un’organizzazione (a compiere un atto) è punito con la reclusione da 25 a 30 anni”

“Il procuratore di Agrigento ha preso atto della dichiarazione di Di Maio che si devono “lasciare stare”, cioè lasciare che ne facciano di ogni genere e gravità i P.M. .

Ed ha aggiunto, sempre mettendosi sotto i piedi la competenza per territorio, un ulteriore, fantastica accusa a Salvini, ma, a ben vedere allo Stato Italiano: quella di dover costringere l’Unione Europea ed i suoi organi a subire il ricatto del divieto di sbarco dei migranti.

È una sfida alla ragione prima ancora che ai principi basilari della costituzione della Repubblica e dello stesso codice penale e di procedura penale.

Francamente stento a credere che un magistrato come Patronaggio che prima d’ora si era sempre mostrato prudente ed alieno da forme di teatralità’ giudiziaria sia giunto a questo punto ed abbia intrapreso e stia portando avanti una escalation di prevaricazioni e dispregio di ogni regola.

È’ impossibile per tutti i cittadini e se ancora ci sono per tutte le forze politiche di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione lasciar perdere certe enormità. Ne va di mezzo la credibilità stessa dello Stato e quel tanto che resta di speranza in una giustizia appena degna di questo nome”.