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Fuga da Lampedusa. 3 immigrati ingoiano pezzi di ferro: portati in elicottero in ospedale… si dileguano


Nel centro di accoglienza per immigrati di Lampedusa, ormai succede di tutto, liti, furti, sommosse e sopratutto fughe, con metodi sempre diversi e fantasiosi.

Pochi giorni fa abbiamo raccontato di sei extracomunitari che si erano nascosti in un camion per tentare di lasciare l’isola, poi bloccati dai carabinieri. L’altro ieri sera, invece tre tunisini sono riusciti a fuggire. Gli immigrati questa volta hanno escogitato un altro sistema, hanno ingerito dei pezzi di ferro o forse delle lamette ed hanno chiesto aiuto. Portati con l’elicottero in ospedale a Palermo, non appena arrivati, hanno fatto perdere le loro tracce.

Il fatto è grave, in primis perché non si conosce la natura dei fuggiaschi, che potrebbero essere persone per bene, ma anche terroristi, ma a preoccupare di più, è la sottrazione dei mezzi di soccorso ai cittadini di Lampedusa, che dispongono in caso di emergenze solo di questo elicottero. Non vogliamo neanche pensare cosa sarebbe successo, se nel mentre il mezzo aereo, fosse stato impegnato in questa operazione, sull’isola, qualcuno per un incidente o un malore qualsiasi, fosse morto, perché non soccorso in tempo.

A pensarla così è Davide Masia, presidente del consiglio comunale di Lampedusa: “Non e’ possibile andare avanti così, ormai anche l’elicottero di soccorso e’ diventato una specie di autobus per soli tunisini a discapito degli isolani che hanno solo questo mezzo per le emergenze”.

“Ogni giorno accade qualcosa a qualcuno di loro e quasi regolarmente, l’elicottero di soccorso parte per accompagnarli a Palermo. Credo – ha continuato Masia – che sia arrivato il momento da parte di chi coordina le operazioni di distribuzione dei migranti e di rimpatrio per coloro i quali e’ previsto, di rispettare maggiormente la nostra collettività che soffre molto nel momento in cui dei tunisini permangono sull’isola liberi di uscire dall’hot spot per settimane, si tratta di persone che come unico scopo hanno quello di potere far perdere le loro tracce per rimanere in Italia clandestinamente o per potere raggiungere altre nazioni europee”.

Poi Masia conclude con un piccolo resoconto dell’attuale situazione: “Nelle ultime settimane a Lampedusa, sono stati registrati anche diversi casi di furti con scasso in diverse abitazioni dell’isola, furti di auto e danneggiamenti a case. A tutto c’e’ un limite e credo che davanti a problemi come quelli che stiamo vivendo oramai da parecchio, qualcuno abbia l’obbligo di garantire anche a noi lampedusani di potere stare tranquilli e vivere in sicurezza come e’ giusto che sia in uno stato di diritto”.