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Generale Bertolino: “Gli ucraini hanno subito troppe perdite, negozino o Russia sceglierà escalation”

Il Generale Bertolino, ex comandante della Folgore, valuta la situazione lucidamente, senza cadere vittima dei facili proclami di vittoria di Kiev in disperata ricerca di una vittoria da mostrare all’Occidente che la supporta: “Gli ucraini hanno subito perdite troppo pesanti per ripetere un’avanzata così efficace, frutto anche di obiettivi errori dell’Intelligence russa. Ora trattino diplomaticamente, non credo che da un punto di vista militare questa controffensiva possa portare a una sconfitta di Mosca”

Il Generale Marco Bertolino, ex comandante della gloriosa Folgore italiana, non usa mezzi termini e con un’analisi lucida e puntuale all’AGI raffredda completamente i facili proclami di vittoria di queste ore, sicuramente utili a Kiev ad alzare il morale – in verità basso, con diversi casi di diserzione segnalati – delle proprie truppe e dell’Occidente, principale sponsor di Zelensky. 

Per Bertolino, riassumendo l’intervista all’AGI, la controffensiva ucraina è: “Una penetrazione – nei territori presi dai russi – abbastanza importante che non ha avuto grandi risultati e ha provocato molte perdite da parte ucraina”. Il Generale afferma di non credere però che “quanto accaduto possa cambiare nei fondamentali l’andamento della guerra”, inoltre crede “che per gli ucraini questo sia il momento giusto per cercare di andare a un tavolo di negoziato da una posizione di forza per strappare delle condizioni onorevoli. Se così non sarà, quello che temo – e in questo mi rifaccio alle espressioni del Papa – è un’escalation, perché di fronte a un colpo del genere la Russia non può certo permettersi semplicemente di incassare”.

Bertolino fa poi le sue considerazioni su cosa sia effettivamente successo negli ultimi 5 giorni: “Sicuramente c’è stato un errore di intelligence – russa -, un obiettivo errore di valutazione. In guerre come questa si avanza e si indietreggia a seconda dei rapporti di forza, che in questo caso sono stati molto favorevoli agli ucraini. Fa pensare che, nonostante tutte le quinte colonne che hanno in Ucraina, i russi non siano riusciti a vedere i rischi di un’offensiva che stava montando”.

Il Generale tuttavvia ammette anche che la pianificazione non è stata fatta – almeno non del tutto – a Kiev: “Questa intelligence non è del tutto farina del loro sacco: hanno saputo individuare i punti deboli dell’avversario e per farlo hanno fatto ricorso ai satelliti a disposizione della Nato e degli americani”.

L’ex comandante della Folgore fa poi il punto della situazione militare sul campo: “La guerra contro le due repubbliche – Donetsk e Lugansk – è inziata nel 2014 e, se non sono riusciti occuparle da allora, è difficile ci riescano adesso. È vero, ci sono stati gli aiuti occidentali che cambiano parecchio ma è anche vero che le forze da mettere in campo sono sempre quelle e non so come potrebbero attaccare Donetsk e Lugansk dove, sostanzialmente, il confine si è mosso di ben poco”.

Spiegando poi: “Ritenevo più probabile che l’Ucraina contrattaccasse a Kherson perché lì i russi si trovano il fiume Dnepr alle spalle che rende difficile sia la logistica che il rifornimento del personale, quindi credevo potesse essere un obiettivo più facile. Invece, più che una controffensiva, abbiamo una penetrazione abbastanza importante che non ha avuto grandi risultati e ha provocato molte perdite da parte ucraina. Credo che Kiev abbia interesse a mantenere questo lunghissimo fronte impegnato perché i russi hanno schierato poche forze e, se devono mantenerle anche a Kherson, dove c’è una pressione che potrebbe diventare pericolosa, potrebbero avere più difficoltà a rafforzare il fronte Est. A meno di una mobilitazione (o meglio dell’invio di altre forze seguite da una mobilitazione, che non si fa da un giorno all’altro), credo che continuerà a esserci una pressione su Kherson che non è detto possa trasformarsi in controffensiva, poiché gli ucraini hanno un problema di burnout e hanno subito moltissime perdite. Quanto visto a Kharkiv non può essere replicato”.

Per il Generale dunque, per Kiev non c’è altra soluzione che il negoziato con Mosca: “Il pallino in mano lo hanno i diplomatici, non credo che da un punto di vista militare questa controffensiva possa portare a una sconfitta di Mosca. Finora la Russia ha ripiegato poche volte e perché ha impiegato poche forze, indicando la volontà di fare una guerra veloce che portasse subito a un negoziato. E il negoziato è saltato. Credo che la Russia avesse all’inizio l’intenzione di arrivare a un negoziato che ponesse fine a una situazione pericolosa e credo che questo interesse lo abbia ancora. Lavrov, un diplomatico vero, ha gettato un seme importante, ha visto anche lui una finestra di opportunità nel fatto che gli ucraini possano rivendicare un successo che consenta loro di trattare senza il cappello in mano. Se invece si dovesse arrivare a un muro contro muro, avremmo un’escalation pericolosa, considerando che abbiamo sempre il problema della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Su questo fronte, tutti accusano l’avversario. Io non credo che i russi si bombardino da soli. Quel che è certo è che una bomba su Zaporizhzhia creerebbe una situazione dalla quale sarebbe difficile tornare indietro. Di fronte a un disastro, si supererebbe una linea rossa davvero pericolosa senza sapere in concreto chi sia responsabile”.