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Gregoretti, il 12 il Senato vota. Salvini si difende: “I servizi segreti tedeschi avvertirono di 3 presunti terroristi a bordo”


Mercoledì 12 febbraio alle 9.30 al Senato, così come deciso dalla conferenza dei capigruppo, l’Aula esaminerà la richiesta di processo sulla vicenda Gregoretti per l’ex ministro Salvini, che prepara la difesa

La posta in gioco per l’ex ministro che rischia una condanna fino a 15 anni di carcere, è alta, così la strategia della sua difesa cambia, lo scorso 20 gennaio infatti, i componenti della Giunta per le Immunità del Senato, avevano votato a favore del processo e contro la relazione del presidente Maurizio Gasparri (FI), che invece proponeva di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini presentata dal Tribunale dei ministri di Catania.

Adesso invece sembra che i suoi consiglieri e i senatori potrebbero non appoggiare la sua messa in stato di accusa, un loro voto affermativo al Senato infatti, in sede giudiziaria, potrebbe essere considerato come un’ammissione di colpa.

Le tesi principali sulle quali si appoggia la difesa dell’ex ministro sono essenzialmente due. Secondo quanto riportato dall’ANSA, il governo tedesco aveva fatto sapere che tra le persone a bordo della Gregoretti, c’erano tre soggetti in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale e tutto il governo italiano era consapevole di questo rischio, quindi d’accordo. Inoltre i tempi dello sbarco, sempre secondo quanto espresso nella memoria, sono stati rallentati si, ma solo dalle trattative per la redistribuzione e per la doverosa verifica delle persone a bordo.

Un altro importante punto si basa sulle modalità dell’intervento della Gregoretti, che in quell’occasione ha salvato i migranti, intervenendo in acque maltesi, ma con il consenso di Salvini. È quindi inverosimile – secondo la difesa – immaginare che un ministro voglia salvare delle persone per poi sequestrarle. Inoltre i migranti che erano a bordo della Gregoretti erano al sicuro, protette e controllate, quindi nessun sequestro.

Tra tre giorni Salvini dovrà dunque provare che la priorità era l’interesse pubblico sia per la difesa dei confini, sia per la redistribuzione dei migranti.

L’esito del voto nell’Aula del Senato non è affatto scontato, i senatori del PD, come annunciato su Twitter dal capogruppo dem Andrea Marcucci, voteranno sì alla richiesta dei giudici, così come dovrebbero fare i colleghi del M5S, ma le defezioni su un tema in cui le sensibilità personali sono diverse, potrebbe riservare sorprese.

Scontato il “NO” secco dei senatori di Forza Italia e Fratelli d’Italia a cui dovrebbero aggiungersi adesso anche quelli della Lega ed al Senato la maggioranza ha solo un paio di senatori di vantaggio.

Su tutte queste incertezze arriva il commento di Matteo salvini rilasciato al New York Times, con il quale si paragona a Donald Trump: “La sinistra prova a vincere usando mezzi giudiziari visto che non può vincere attraverso mezzi democratici: ma contro Trump tutto è finito in un nulla di fatto, contro di me sarà lo stesso”.