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Istituto Spallanzani: “Solo il vaccino Sputnik resiste a Omicron: è due volte più efficace di Pfizer”


Il vaccino efficace contro la variante Omicron esiste ed è il vaccino russo Sputnik V, che purtroppo ancora non è stato autorizzato dalle agenzie europea ed italiana del farmaco Ema  ed Aifa


“Tutti i vaccini attualmente autorizzati perdono parte dell’efficacia nei confronti di Omicron, tranne lo Sputnik V”. A dirlo è il team tecnico scientifico Covid 19 dell’Istituto Spallanzani, che in collaborazione con l’Istituto Gamaleya (che ha creato lo Sputnik V), ha reso noti i risultati degli esperimenti di laboratorio, documentando che oltre il 70% delle persone vaccinate con Sputnik V mantengono un’attività neutralizzante contro Omicron, e tale attività si mantiene in buona parte anche a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione.

“Questi risultati, appena usciti in preprint, – sottolinea l’Istituto nazionale per le malattie infettive – risultano estremamente incoraggianti e utili per definire nuove strategie vaccinali in rapporto alla evoluzione delle varianti di SARS-CoV-2”.

A conferma di questa ricerca, si aggiungono i risultati dell’Istituto per la Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino che nell’aprile scorso ha espresso “piena fiducia sulla sicurezza ed efficacia del vaccino russo Sputnik V”, in special modo contro la prima variante più pericolosa: la Delta. “I dati della campagna vaccinale in corso – ha scritto 9 mesi fa l’Istituto della Repubblica di S. Marino – dove in circa il 90% dei casi è stato utilizzato il vaccino realizzato e prodotto dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica “N. F. Gamaleja” di Mosca, mostrano un repentino calo dei contagi in territorio a distanza di un mese dall’inizio della somministrazione del vaccino, avvenuta il 1° marzo e nonostante già da metà febbraio fosse stata confermata una elevata presenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus nella piccola Repubblica”.

Stando a quanto affermato dal team congiunto di ricercatori dei due istituti, la capacità di rispondere alla variante Omicron da parte del vaccino russo Sputnik V, sarebbe maggiore a quella registrata sul Pfizer:Più di 2 volte superiori rispetto a 2 dosi di vaccino Pfizer (2.1 volte superiori in totale e 2.6 volte superiori 3 mesi dopo la vaccinazione)”. Con un risultato finale che certificherebbe una riduzione “significativamente minore (2.6 volte) dell’attività di neutralizzazione del virus contro Omicron in confronto alla variante Wuhan di riferimento rispetto al vaccino Pfizer (riduzione di 8.1 volte per Sputnik V rispetto a 21.4 volte per il vaccino Pfizer)”.

Questa ricerca come prevedibile, riaccenderà le polemiche sulla mancata autorizzazione dello Sputnik V, che fu il primo vaccino ad essere annunciato, nel lontano 10 agosto 2020, da parte delle due agenzie, europea ed italiana del farmaco, Ema ed Aifa.