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La Polonia chiude la frontiera con L’Ucraina e vieta il passaggio degli aiuti: preludio al veto a adesione a EU?

Le guardie di frontiera polacche stanno impedendo ai camion con gli aiuti umanitari della Croce Rossa di entrare in Ucraina in conseguenza della protesta dei camionisti polacchi iniziata il 6 novembre

Lo riferisce un corrispondente di Ukrinform, spiegando che tra i mezzi bloccati alla frontiera ci sono anche cisterne con petrolio e derivati, gas e altre sostanze pericolose che sono ferme ai parcheggi con il rischio che si possano creare incidenti. “Al momento abbiamo 24 tende (camion a telaio, ndr) e otto serbatoi di carburante al confine” ha detto Taras Svitlyk, rappresentante di una società di trasporti con sede a Leopoli.

Svitlyk riferisce che i trasportatori ieri hanno parlato con la polizia polacca, che è consapevole “del pericolo perché il parcheggio è molto sovraccarico di vari veicoli con benzina, gas e varie sostanze pericolose”. Il rischio, aggiunge, è che le riserve di alcune società che fanno parte dell’Associazione ucraina del petrolio e del gas (Uoga) possano terminare “perché non sappiamo quanto durerà”. Nonostante le autorità polacche abbiano affermato che gli aiuti umanitari o i beni essenziali potevano passare, secondo i camionisti ucraini anche chi trasporta aiuti umanitari, comprese attrezzature mediche, è in attesa da giorni.

La crisi nasce dalla protesta dei camionisti polacchi iniziata il 6 novembre scorso in tre direzioni vicine al confine, provocando enormi code su entrambi i lati. I trasportatori polacchi si sentono minacciati dalla concorrenza dei trasportatori ucraini entrano in Polonia e da mesi chiedono limitazioni al numero di accessi. Questa protesta si aggiunge a quella degli agricoltori che ha bloccato il transito di cereali  provenienti dall’Ucraina perché creerebbero una concorrenza a bassissimo prezzo che danneggia l’economia locale. Appare dunque evidente che la Polonia non ha alcun interesse a votare per l’adesione di Kev nell’Unione Europea.

Proprio il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, si e recatoà a Kiev per una visita lampo per incontrare Volodymyr Zelensky e partecipare alla cerimonia per la commemorazione dei dieci anni dell’Euromaidan (o la rivoluzione della dignità, per gli ucraini).  Al centro dei colloqui c’è stato il processo di adesione all’Unione Europea,  i leader europei, infatti, a dicembre dovranno decidere se dare il via libera o meno all’apertura dei negoziati, così come raccomandato dalla Commissione. “Ma il prossimo Consiglio Europeo sarà difficile, – ha detto Michel – il rapporto della Commissione sull’allargamento non è bianco o nero, ha delle sfumature, e io sono rimasto sorpreso per il rapporto ulteriore di marzo: lavoro per un Consiglio di successo ma a volte il fallimento è parte del processo dell’Ue, non è un mistero che alcuni Paesi sono cauti sull’allargamento”.  Il presidente del Consiglio Europeo, ha dunque ammesso che l’adesione non è cosa semplice proprio per la perplessità di alcuni paesi, in primis l’Ungheria, e tutto il gruppo dei Visegrad.