⦿ Ultim'ora

Londra, Parigi e Varsavia daranno carri armati a Kiev: tre nazioni, tre carri diversi nel fango ucraino

Mentre arrivano le notizie della volontà da parte di Polonia, Francia e Inghilterra di fornire carri armati a Kiev, arrivano anche video di carri ucraini bloccati nel fango del Donbass e ci si chiede quanto il “variegato” – per varietà di mezzi – sostegno occidentale possa effettivamente influire nella guerra in corso

Carri ucraini impantanati nel fango

Continua il sostengo occidentale all’Ucraina che adesso vuole fornire anche carri armati a Kiev. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky “l’ambizione del Regno Unito di aumentare il sostegno all’Ucraina, anche attraverso la fornitura di carri armati Challenger 2 e sistemi di artiglieria aggiuntivi”. Lo riferisce il portavoce di Downing Street, precisando inoltre che  “il premier britannico e Zelenskyj hanno accolto con favore altri impegni internazionali in questo senso, inclusa l’offerta della Polonia di fornire i carri armati Leopard 2“. Intanto dal Ministero della Difesa francese arriva la notizia che i veicoli corazzati pesanti AMX-10RC – praticamente carri armati su gomma – saranno trasferiti in Ucraina entro due mesi.

Tuttavia sembrerebbe opportuno considerare che non è tutto oro quello che luccica. Se infatti la fornitura polacca di Leopard-2 non sembra incontrare particolari problemi logistici – eccetto l’addestramento specifico di equipaggi che sappiano utilizzarli in battaglia -, la fornitura inglese lascia invece molto più perplessi. 

Stando a quanto molti analisti riferiscono infatti, i mezzi a disposizione nel Regno Unito sono discretamente pochi – sull’ordine delle 400 unità – inoltre da un punto di vista tecnico pare che i mezzi inglesi siano sia complicati da gestire da un punto di vista tecnologico e ricchi di componenti specifici per tale modello. Bisognerà quindi anzitutto capire quanti mezzi arriveranno sul terreno di scontro, poi va considerato che un’eventuale fornitura di poche decine di unità oltre ad essere una mossa propagandistica occidentale di basso profilo e di nessuno aiuto a Kiev, potrebbe rivelarsi anche un ulteriore appesantimento della logistica ucraina, già duramente provata da questo conflitto durato ormai 11 mesi e che già fa i conti con l’eterogeneità degli armamenti a cui gli ucraini devono garantire almeno un minimo di manutenzione.

A questo ragionamento andrebbe poi aggiunto che bisognerà vedere come i carri occidentali si muoveranno nel fango stagionale dei campi di battagli ucraini e del Donbass soprattutto: già i carri usati dagli ucraini – T80, T64 Bulat e qualche T55 – restano spesso impantanati nel fango – il video ad inizio articolo lo prova – a causa di soluzioni tecniche non particolarmente all’avanguardia, viene quindi ovvio chiedersi come dovrebbero muoversi i Leopard 2 ed i Challenger 2, entrambi sulle 62 tonellate di peso, ben oltre la massa dei carri ucraini tutti nell’ordine delle 45 tonnellate o meno.

Questo ovviamente, parlando ancora di cingolati perfettamente pensati per i fuoristrada, cosa che non si può dire per gli AMX-10RC, che sebbene “somiglino” a dei carri armati o almeno a dei caccia-carri, pur essendo molto leggeri – e meno corazzati -, sono gommati. Ovviamente si potrà obiettare che possono spostarsi prevalentemente in strade o simili, ma così facendo si renderebbero facili bersagli per i droni russi, quindi la via sterrata e nascosta tra gli alberi è sempre da preferirsi. Ed in questo senso, negli scorsi mesi già gli obici gommati – veri protagonisti della guerra in Ucraina – sono spesso rimasti impantanati nel fango e nel terreno, bisognerà capire anche in questo caso quindi come si comporterrano i mezzi francesi in battaglia. 

In ultimo, va sempre considerato che anche se tutti e tre i mezzi arrivassero in buone quantità e non incontrassero problemi di sorta sul campo, dovranno comunque ricevere tutti manutenzione. Manutenzione ovviamente, ancora una volta, differenziata per ogni modello; e già tornano alla mente le parole dei funzionari americani che nei mesi scorsi parlavano del fatto che alcuni obici occidentali si rovinavano prima del previsto non solo per il forte uso – per il quale non sono pensati – ma anche perchè  – gioco forza – le truppe ucraine spesso erano costretti a caricarli con munizioni non pensate per lo specifico modello e che quindi riducevano la vita utile della canna e di altre componenti.