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Nord Stream. Danimarca ammette che fu sabotaggio, ma archivia inchiesta. Cremlino: “Decisione assurda”

Copenaghen: “Sulla base delle indagini, le autorità possono concludere che il sabotaggio dei gasdotti è stato intenzionale”, ma non ci sarebbero le “basi” o “motivi” per istruire un processo penale

Ricostruzione dell’attentato al Nord Stream in un video del Washington Post

Le autorità danesi hanno chiuso le indagini sul sabotaggio risalente al 2022 dei gasdotti Nord Stream che collegano Russia e Europa (Germania) stabilendo che si è trattato di un sabotaggio intenzionale, ma ritenendo anche che mancherebbero le “basi” o “motivi” per istruire un processo penale. “Sulla base delle indagini, le autorità possono concludere che il sabotaggio dei gasdotti è stato intenzionale. Allo stesso tempo, si ritiene che non ci siano le basi necessarie per portare avanti un caso penale in Danimarca”, ha dichiarato la polizia in un comunicato.

Come ovvio che fosse, durissima è stata la presa di posizione del Cremlino, con il portavoce Dmitry Peskov, che ha condannato come “assurda” la decisione della Danimarca di archiviare l’inchiesta sul sabotaggio esplosivo al gasdotto Nord Stream nel settembre del 2022 nel Mar Baltico. Lo riferisce l’agenzia Interfax: “Da un lato, c’è il riconoscimento del sabotaggio deliberato, dall’altro, non ci sono ulteriori progressi”, ha detto il portavoce del Cremlino, aggiungendo che la Danimarca ha rifiutato le richieste russe di fornire informazioni sulle indagini svolte.

Come noto, la Russia ritiene gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Ucraina responsabili per il piazzamento degli ordigni che danneggiando gravemente i gasdotti hanno in gran parte tagliato fuori il gas russo dal mercato europeo; con grande perdita soprattutto dell’Europa, dati alla mano. Nel corso dello scorso anno autorevoli testate occidentali come il WallStreet Journal ed il New York Times hanno apertamente scritto che a condurre il sabotaggio fu un commando pro-ucraino. Il Washington Post e Der Spiegel hanno poi scritto di “un attacco coordinato da un alto ufficiale militare ucraino”.