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Orban: “Europa al collasso. Non saremo schiavi di Soros, ci difenderemo da Bruxelles e Washington”

Il Premier ungherese al congresso del suo partito Fidesz di sabato scorso descrive il tracollo europeo: “Nel 1990, l’Europa contribuiva per il 23% alla performance economica complessiva del mondo, mentre oggi contribuisce solo per il 15%. Entro il 2030, l’Inghilterra e la Francia non saranno tra le dieci maggiori economie del mondo e la Germania sarà solo decima. Non si può dire di sì a questo, si può solo dire no.Non vogliamo essere schiavi del debito di Soros, non vogliamo essere una zona di guerre tra gang criminali e un mondo di ghetti di migranti. Non vogliamo che l’Europa e l’Ungheria diventino un museo che ha solo un passato e nessun futuro”

“Non saremo schiavi del debito di Soros, non ci saranno guerre tra bande e non ci saranno migranti in Ungheria! Ci proteggeremo dai tentativi stranieri che minano la nostra sovranità e contro l’attacco dell’Impero Soros da Bruxelles e Washington contemporaneamente”. Viktor Orban ruggisce e affila gli artigli contro l’UE dei burocrati dal palco di Budapest del trentesimo congresso di rinnovo delle cariche del suo partito Fidesz, dove è stato rieletto presidente con 1190 voti. Orban è stato presidente di Fidesz dal 1993 al 2000 e dal 2003 ad oggi senza interruzione.

E’ un discorso duro e realista quello di Orban, che fa leva sulle preoccupanti previsioni del futuro dell’Ue, ma anche sull’odio che la sua parte politica in Ungheria nutre verso George Soros, il miliardario ungherese noto, tra le altre cose, anche per aver speculato sul tracollo della lira italiana nel 1992 durante il famoso “mercoledì nero” che costrinse l’Italia ad uscire dallo SME.

“Il modello europeo di Bruxelles sta portando al caos. Sempre meno persone lavorano e sempre più persone vogliono vivere senza lavoro, perché lì la prosperità non è garantita dal lavoro, ma dallo Stato. L’ordine pubblico sta scomparendo. Le conseguenze della migrazione sono già ingestibili. La montagna del debito continua a crescere e gli investitori stanno spostando i loro soldi dall’Europa all’America e all’Asia”, dice Orban in un passaggio del discorso.

Invece di commerciare e costruire relazioni, i burocrati di Bruxelles le chiudono. Invece di unirsi e coalizzarsi, si offendono e si scagliano contro chi gli dice la verità in faccia. Nel 1990, l’Europa contribuiva per il 23% alla performance economica complessiva del mondo, mentre oggi contribuisce per il 15%. Entro il 2030, l’Inghilterra non sarà più tra le prime dieci maggiori economie del mondo, e neppure la Francia ci sarà. Anche la Germania scenderà al decimo posto. A questa situazione non puoi dire sì, puoi solo dire no.

Non vogliamo essere schiavi del debito di Soros, non vogliamo essere una zona di guerre tra gang criminali e un mondo di ghetti di migranti. Non vogliamo che l’Europa e l’Ungheria diventino un museo o una riserva a cielo aperto, che vale la pena visitare, ma che ha solo un passato e nessun futuro”.

Orban ha inoltre rivendicato le scelte di Budapest in merito all’immigrazione: “Il modello ungherese non solo è visibile, ma sempre più persone lo invidiano, anche se ufficialmente devono dire il contrario. I francesi, i tedeschi, gli italiani, gli austriaci darebbero metà della loro vita se potessero avere di nuovo un paese libero dai migranti. Nel frattempo, noi non abbiamo migrazione, solo quelli che lasciamo entrare possono venire qui. Oggi l’Ungheria è il paese più sicuro d’Europa”.