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Putin presenta il conto: “l’energia è un fatto politico”. Draghi: “Con pagamento gas in rubli prezzo sale di 15 euro/Mwh”

Premier Draghi al Senato: “Con richiesta pagamento in rubli prezzo gas russo salito di 15 euro/Mwh”… e la moneta russa sui mercati monetari guadagna circa il 30% del suo valore

Il Premier Mario Draghi ieri al Senato ha avvisato gli italiani che i problemi sui prezzi dell’energia non sono affatto finiti e che con l’inasprimento delle sanzioni alla Russia le cose potranno solo peggiorare. “L’energia è un fatto politico” e Vladimir Putin questo lo sa bene ed infatti dopo avere accusato il colpo del crollo del Rublo che dall’inizio della guerra ha perso circa il 30% del suo valore, ora lo usa come arma proprio contro chi ne ha causato la caduta e presenta il suo conto.

Putin infatti ha dichiarato che, solo dai “Paesi ostili”, ossia quelli che hanno adottato le sanzioni contro Mosca, per la fornitura del gas, accetterà pagamenti soltanto in rubli, novità che ha spinto il premier Draghi a fare una correzione sul costo del gas, nelle comunicazioni al Senato rispetto a quanto riferito alla Camera.

Il prezzo spot del gas ha spiegato Draghi “dimezzato rispetto alle punte di circa 200 euro/MWh raggiunte l’8 marzo, è una notizia vecchia, la notizia uscita da poco della richiesta russa di pagamenti in rubli, ha portato il prezzo del gas a salire di circa 15 euro per megawattora”.

Ma vediamo cosa cambia

Putin ha ordinato al governo di emanare una direttiva che obblighi il colosso russo del gas Gazprom a convertire in rubli i contratti di fornitura con i Paesi che hanno attivato sanzioni contro Mosca e tra questi c’è l’Italia. Di fatto il leader del Cremlino ha messo in atto la minaccia che alcuni giorni addietro che aveva fatto all’Italia: “conseguenze irreversibili” sul fronte economico ed energetico.

Secondo fonti russe, Putin nella riunione con i funzionari del governo avrebbe affermato: “Ho deciso di attuare una serie di misure per trasferire il pagamento delle nostre forniture di gas ai paesi ostili in rubli russi”. La mossa di convertire i contratti del gas in rubli, ha avuto l’effetto immediato di ridare forza alla moneta russa, crollata di circa il 30%, dopo l’invasione in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti al paese.

Ed infatti dopo il solo annuncio di Putin, il rublo ha effettivamente recuperato valore alla Borsa di Mosca. Il cambio tra euro e rublo è rapidamente passato da 112 a 107 mentre il rapporto tra dollaro e rublo è scivolato da 103 a 97,75, recuperando in pochi minuti all’incirca quanto perso in un mese. Contemporaneamente il prezzo del gas in Europa è aumentato di un bel 34%.

Putin nel discorso ai funzionari, ha nuovamente ribadito l’illegalità delle sanzioni occidentali, che comprendono il congelamento delle riserve valutarie estere della Banca centrale russa. “Alcuni Paesi occidentali – avrebbe aggiunto Putin – hanno preso decisioni illegittime sul congelamento dei beni russi”.