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Quinto decreto Draghi per mandare armi a Kiev, Conte (M5S): “Basta ossessione vittoria, rischiamo uso armi nucleari”

Conte ammonisce la classe politica “appiattita sulla strategia anglo-americana”: “L’ossessione della vittoria militare sulla Russia non vale il rischio di un’escalation con l’utilizzo di armi nucleari e di affrontare una crisi economica da cui sarà difficile uscire”

 

E’ arrivato il quinto decreto “armi” approvato dal governo Draghi a sostegno di Kiev. Della nuova fornitura di armi italiane – la cui lista è secretata – si è discusso al COPASIR – Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica – durante l’audizione di ieri del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini che ha informato dei “contenuti del quinto Decreto interministeriale che autorizzerà la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”.

Sul caso è intervenuto Giuseppe Conte, leader M5S al quotidiano Avvenire, proponendo una manifestazione per la pace e parlando dei “cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso”, auspicando quindi che “possano ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto”.

L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia, – dice l’ex premier del M5S – che nel frattempo continua nella sua efferata e ingiustificabile politica di aggressione, non vale il rischio di un’escalation anche con ricorso all’utilizzo di armi nucleari e non convenzionali e di affrontare una severa depressione economica da cui sarà difficile uscire”.

Secondo Conte, che auspica una manifestazione pro-pace e “senza bandiere politiche”, l’iniziativa non indebolirebbe la posizione internazionale dell’Italia: “Al contrario, rafforzerebbe il protagonismo dell’Italia sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e uscendo da questa situazione in cui l’Europa risulta ‘non pervenuta’, in quanto totalmente appiattita su una strategia anglo-americana”.