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Randagismo. L’Urban Center: “Fondamentale collaborazione tra Comune, Azienda Sanitaria Provinciale ed Associazioni animaliste”


L’Urban Center di Dino Tanto interviene oggi sul problema dell randagismo, fenomeno dilagante a Sciacca.

cani-aggressioni

Diverse le notizie di cronaca riportate dalla stampa e dalle tv locali che hanno raccontato di attacchi da parte di branchi di cani che hanno coinvolto cittadini sia in centro abitato che in periferia. Cittadini poi puntualmente costretti a fare ricorso alle cure del pronto soccorso del nosocomio saccense.

“La Regione Sicilia con recepimento della legge quadro (L. 14/08/1981 n. 281) si è dotata di una sua legge sul randagismo, L.R. n. 15/2000, e con circolare assessoriale 16 ottobre 2000 n. 1033 sono state emanate alcune istruzioni e suggerimenti per l’applicazione della suddetta legge.

All’art. 14, attribuisce ai comuni il compito di provvedere alla cattura dei cani vaganti o randagi ed al loro affidamento ai rifugi sanitari pubblici o convenzionati oppure ad un rifugio per il ricovero (luogo atto alla temporanea permanenza del cane) sempre in convenzione.

Inoltre, le linee guida per il controllo del randagismo, di cui al decreto dell’assessore alla sanità n. 2825 del 13/12/2007 pone espressamente gli oneri del servizio di cattura dei cani randagi a carico dei comuni, che possono svolgere tale servizio direttamente ovvero attraverso l’affidamento a ditte accreditate, Enti o Associazioni riconosciute operanti sul territorio.

Per fare fronte comune al fenomeno del randagismo occorre una stretta collaborazione tra le Istituzioni e i volontari delle Associazioni animaliste e promuovere attività di sensibilizzazione fra i cittadini, invitandoli a non abbandonare i cuccioli, ed applicare il microchip a Fido che per legge è obbligatorio;

Un fatto positivo sono le manifestazioni promosse dalle Associazioni per l’adozione del cane, con ottimi risultati.

Il comune di Sciacca dovrebbe investire maggiore risorse nella prevenzione, ad evitare questa recrudescenza di episodi di aggressione da parte dei cani randagi a tutela della pubblica incolumità, con un Osservatorio delle zone dove più sono stati segnalati episodi di aggressione, come la contrada Perriera, la pineta di San Calogero, al quartiere Foggia, non trascurando il Centro Storico ed altre zone di periferia.

Reimmissione dei cani sul territorio:

La sterilizzazione dei cani randagi presenti nei rifugi sanitari e rifugi per il ricovero è la priorità della prevenzione ad evitare il sovraffollamento dei rifugi per il ricovero, in quanto, effettuata la sterilizzazione, i cani deve essere reimmessi sul territorio, purché siano di indole docile e le loro condizioni generali e di salute lo consentono;

Sono esclusi dalla reimmissione in libertà i cani appartenenti a razze particolarmente aggressive, che possono essere utilizzati per i combattimenti, individuati con il decreto che emanerà il regolamento di esecuzione della L. R. n. 15/2000.

I proprietari dei cani che hanno preconcetti sui presunti danni degli animali sterilizzati possono ricorrere alla sterilizzazione farmacologica sottoponendo semestralmente il cane al controllo sanitario.

La ristrutturazione:

La ristrutturazione o la costruzione di edifici da destinare a rifugio sanitario devono seguire i criteri e le indicazioni di cui al Decreto Presidenziale 12/01/2007 n. 7, relativo al regolamento esecutivo dell’art. 4 della L. R. n. 15/2000, che ha definito i requisiti igienico – strutturali e funzionali dei rifugi sanitari e per il ricovero.

Adozione:

Altro tema importante per alleggerire i rifugi sanitari dal sovraffollamento è quello di incentivare le adozioni di cani anche non di razza attraverso la gratuità di alcuni servizi quali sterilizzazioni,cure veterinarie, vaccinazioni, etc.

Il Comune è l’Ente di competenza primaria per il controllo del randagismo nell’espletamento delle competenze elencate di cui al Decreto dell’Assessore della Sanità 13/12/2007 (linee guida);

Deve provvedere alla vigilanza e controllo sugli adempimenti previsti dalla L. R. 03/07/2000 n. 15, così come la cattura dei cani vaganti, e prelievo dei cani incidentati, feriti o malati;

incaricare della custodia dei cani catturati, le Associazioni animaliste oppure anche privati gestori di rifugi sanitari, con convenzione;

Provvedere al mantenimento degli animali confiscati, di seguito a provvedimenti amministrativi nei rifugi Sanitari;

Provvedere alla stipula di un’ assicurazione per gli eventuali danni causati a terzi da cani vaganti sprovvisti di proprietario.

Individuare e delimitare aree urbane da destinare all’ attività motoria dei cani d’ affezione (Deliberare un Regolamento per la Sgambettatura del cane – segnalazioni in merito sono pervenuti a questo Urban Center da parecchi proprietari di cani);

In sede di formazione del PRG o di Revisione degli strumenti urbanistici, prevedere aree idonee destinate alla realizzazione del cimitero degli animali domestici e d’affezione.

L’ ASP, per gli adempimenti nel settore dell’ igiene urbana veterinaria, a livello locale potrebbe istituire l’unità operativa di coordinamento sia per provvedere alla formazione del personale delle Associazioni animaliste, che partecipano ai programmi di prevenzione del randagismo, nonché alla formazione degli addetti alla cattura e recupero degli animali.

Un esempio virtuoso per la lotta al randagismo è quello portato avanti dal Comune di Ficarazzi (PA), che oltre ad adempiere a tutti i servizi previsti dalla normativa sul randagismo, ha siglato una convenzione con la guardia rurale ausiliaria per assicurare un servizio h24 sul territorio per combattere il fenomeno dell’abbandono, vigilando anche la notte con una pattuglia che gira per le strade comunali, assicurando l’ incolumità del cittadino, di fronte a branchi randagi che normalmente si aggirano di notte nei centri abitati.

Per i danni cagionati dal cane randagio, chi deve risarcire il cittadino?

Per primo bisogna premettere se il comune ha una struttura per il ricovero del cane o ne sia privo contravvenendo alle norme della legge (Legge quadro 14/08/1991 n. 281).

Nel caso che il comune non abbia un canile, come obbliga la legge, l’ Ente risponde totalmente della responsabilità del danno cagionato dall’animale;

La Legge quadro n. 281/1991 e delle singole leggi regionali di recepimento in tema di prevenzione del randagismo assegna ai comuni i compiti di organizzazione, prevenzione e controllo, in correlazione con gli altri soggetti indicati dalla legge, affinché attivino provvedimenti atti ad evitare che i cani randagi non arrechino danni ai cittadini sul territorio di loro competenza;

In definitiva, la responsabilità del Comune o dell’ ASP oppure di entrambi in via solidale, dovrà essere valutata tenendo conto del caso concreto (Tribunale di Lecce sentenza n. 1850/2015), Tribunale di Palermo sentenza del 29/06/2015 n. 3974″.