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UE. Von der Leyen minaccia: “Agiremo”, Polonia: “Abbiamo combattuto il Reich non ci lasceremo intimidire da UE”


La Presidente della Commissione UE minaccia: “Non permetteremo che i valori Ue siano messi a rischio. La Commissione europea agirà”, il Presidente polacco Morawiecki: L’Europa è il nostro posto, ma non è uno Stato, gli Stati membri restano padroni, sovrani dei trattati. Sono gli Stati membri che decidono quali competenze delegare all’Ue

Dopo la sentenza del Tribunale Costituzionale polacco che ha stabilito la supremazia della Costituzione polacca sul diritto UE, l’Unione Europea vacilla in Polonia dopo aver già perso il Regno Unito di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Per questo la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, fa la voce grossa: “non permetteremo che i valori Ue siano messi a rischio. La Commissione europea agirà. Le opzioni sono ben conosciute: le procedure di infrazione, il meccanismo di condizionalità ed altri strumenti finanziari. E l’articolo 7, uno strumento potente su cui dobbiamo tornare”.

“Questa situazione deve essere risolta e lo sarà. Il destino della Polonia è l’Europa”, ha detto la presidente della Commissione Europea, parole che più che un invito distensivo sembrano un diktat di una potenza nemica su uno stato minore.

Un diktat poco apprezzato dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki che è intervenuto al Parlamento Europeo con modi e tempi che sono sembrati una dimostrazione di come i rapporti tra Polonia e UE siano ormai quelli di soggetti internazionali indipendenti e pronti alla rottura. Morawiecki, in base ai tempi  disponibili a ciascun oratore, avrebbe dovuto parlare per 5 minuti, con 5 minuti di replica: ha parlato invece per oltre 35 minuti spiegando chiaramente e senza mezze misure che la sua nazione è e resterà sovrana, la sua Costituzione è fonte primaria di diritto sul suo territorio e che è volontariamente europea, ma mai parte di un “superstato europeo” che non passi prima dagli Stati e dalle popolazioni europee.

“La massima legge in Polonia è la Costituzione – ha detto il primo ministro – e voglio sottolineare che il Tribunale Costituzionale polacco non ha mai dichiarato che quanto previsto dai trattati Ue è incompatibile con la legge polacca. Ha detto che una specifica interpretazione del diritto Ue” confligge con la Costituzione polacca.

Morawiecki ha parlato di una “rivoluzione strisciante” operata dalle istituzioni Ue, sfruttando la “logica del fatto compiuto” per allargare surrettiziamente le proprie competenze a danno degli Stati nazionali.

“Se volete uno superstato europeo dovete chiederlo agli Stati e alle popolazioni europee se è questo che vogliono. Il diritto primario è incarnato nella Costituzione polacca e viene prima di qualunque altra fonte di diritto: questo elemento non puo’ essere aggirato”.

L’Unione Europea, ha continuato, non è uno Stato, gli Stati membri restano padroni, sovrani dei trattati. Sono gli Stati membri che decidono quali competenze delegare all’Ue“.

Il Premier polacco svela dunque il segreto di Pulcinella: il progetto portato avanti dai burocrati europei di trasformare l’Unione Europea in una vera e propria nazione unica, come gli Stati Uniti d’America, senza però neppure voler passare dal voto popolare, ma solo attraverso trattati su trattati che allarghino poco a poco il potere di Bruxelles, eliminando le Sovranità nazionali.

La Polonia “non si lascerà intimidire, vogliamo un dialogo chiaro. C’è spazio per il dialogo tra noi, ma non consentiremo mai che ci siano diktat nei confronti degli Stati membri. Abbiamo molto in comune, ma ci sono differenze tra noi: dobbiamo concordare che esistono delle differenze“, attacca ancora.

Rigettiamo il linguaggio delle minacce e del fatto compiuto. Non permetterò – ha sottolineato – che politici Ue ricattino la Polonia: il ricatto non deve essere un mezzo per le politiche condotte nei confronti di uno Stato membro. Siamo un Paese fiero: abbiamo una delle storie più antiche come Stato e come democrazia. Nel 1939 abbiamo combattuto il Terzo Reich e nel 1991 Solidarnosc ha combattuto contro un altro sistema totalitario”.

“Non rimarremo in silenzio mentre il nostro Paese viene attaccato in modo parziale, anche in quest’Aula”, conclude.

Come diplomazia prevede, più distensiva è stata la chiusura: “L’integrazione europea è la nostra scelta, il nostro destino. L’Europa è il nostro posto, non vogliamo andare da nessun’altra parte”, ha detto il premier polacco prima, nella conclusione del suo discorso: “Lunga vita all’Europa – non all’UE ndr – , il posto migliore che ci sia sotto il sole”.