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Lula va da Xi e silurano il dollaro: Brasile e Cina commercio in real e yuan. Fronte comune contro Washington

Il Brasile che è uno dei Paesi fondanti dei “BRICS”, con la visita di Lula da Silva a Pechino, suggella una nuova stagione di cooperazione tra Brasile e Cina, facendo fronte comune contro Washington e il dollaro

La trasferta cinese di Lula da Silva e l’incontro con Xi Jinping, sarà andata di “traverso a Joe Biden, i due presidenti hanno sottoscritto una serie di nuovi accordi di partenariato in settori quali tecnologia, energia, sviluppo e commercio, ma il punto più importante è l’intesa con la quale hanno stabilito l’operatività diretta delle transazioni commerciali tra Brasile e Cina in yuan, “senza bisogno di dollarizzazione”. Non è mancata neanche una dura critica al Fondo monetario internazionale e a quella che hanno definito l’onnipresenza del dollaro,

Lula nella giornata di ieri, ha incontrato il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese, Zhao Leji, da cui è seguito un tweet nel quale il presidente brasiliano auspica che i due Paesi “bilancino insieme la geopolitica mondiale”. Nel tweet si legge: “Incontro con il presidente dell’Assemblea popolare cinese, Zhao Leji. Vogliamo innalzare il livello del partenariato strategico tra i nostri paesi, espandere i flussi commerciali e, insieme alla Cina, bilanciare la geopolitica globale”.

Dopo l’incontro con Zhao, il presidente brasiliano – accompagnato dalla first lady Rosangela Lula da Silva – ha deposto una corona di fiori presso il monumento agli Eroi del Popolo in Piazza Tienanmen. Il capo di Stato della più grande economia dell’America Latina si è recato in Cina per partecipare all’insediamento dell’ex presidente brasiliana Dilma Rousseff a capo della banca BRICS. Oggi, sabato 15 aprile, Lula è atteso per una visita di 24 ore negli Emirati Arabi Uniti (EAU) su invito del presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan.

Il presidente brasiliano è stato accolto con tutti gli onori a Pechino dall’omologo cinese, Xi Jinping: sullo spiazzo antistante l’ingresso est della Grande Sala del Popolo sono sfilati circa 400 militari del picchetto d’onore sotto gli occhi dei due capi di Stato, che la cerimonia hanno firmato accordi bilaterali in numerosi settori e ha evocato il bisogno di un “vero multilateralismo”, senza risparmiare stoccate agli Usa. Un’intesa non solo commerciale, ma che si spinge fino all’idea di “cambiare la governance globale”.

“Vogliamo dire al mondo che non abbiamo pregiudizi nei confronti del popolo cinese e che nessuno vieterà al Brasile di migliorare i suoi rapporti con la Cina”, ha scandito Lula. “Gli interessi nella partnership con la Cina non sono solo commerciali”, ha detto il presidente brasiliano, che apre a una partnership con Pechino per “cambiare la governance globale”.

Chiara la stocca agli Stati Uniti, che arriva all’indomani delle critiche che il presidente brasiliano ha fatto durante la tappa a Shanghai, al ruolo del dollaro Usa nell’economia internazionale e al Fondo Monetario Internazionale e ricambiate dagli elogi di Xi per l’ospite di riguardo. Lula è “un amico di lunga data”, lo ha definito Xi, e la Cina considera le relazioni con il Brasile “in modo strategico e di vasta portata”.

Ovviamente i due leader hanno parlato anche della guerra in Ucraina, tema che lo stesso Lula aveva anticipato di volere trattare con Xi, durante il viaggio a Pechino. I due capi di Stato, riferisce la televisione di Stato cinese Cctv, hanno convenuto che “il dialogo e il negoziato sono l’unica via d’uscita praticabile alla crisi” e Cina e Brasile sostengono “tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi”.

Dall’incontro di ieri, esce un’intesa rafforzata tra Xi e Lula, al suo terzo viaggio in Cina da presidente brasiliano, dopo le missioni del 2004 e del 2009, durante i suoi primi due mandati presidenziali: Cina e Brasile devono rispondere ai “grandi cambiamenti” in corso a livello internazionale promuovendo “un vero multilateralismo”, ha detto Xi, e una governance globale “più giusta e ragionevole”.